Dal Vangelo secondo Marco In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».
Siamo alle porte del Natale, la televisione, la pubblicità, le radio, i negozi, i supermercati lo stanno annunciando già da qualche settimana.
Ma che il Signore è vicino lo sappiamo?
Oggi la liturgia ci annuncia l’inizio del tempo di preparazione alla venuta di Gesù chiamato Avvento, cioè attesa della seconda venuta di Cristo.
Proprio Gesù nel vangelo di oggi si rivolge ad ognuno di noi suoi discepoli raccomandandoci di fare attenzione e di vegliare.
Vegliare è un impegno non facile. Comporta la difficoltà di saper aspettare prestando sempre attenzione, restando guardinghi e pronti, guardandosi attentamente attorno perché all’improvviso potrebbe succedere qualcosa di sconvolgente e intanto non avviene nulla. Comporta quindi sopportare la monotonia e la ripetitività, il tedio che l’attesa comporta, soprattutto quando si è oppressi dal sonno e dalla fatica e in tal caso non si vede l’ora che giunga la fine del turno.
A tal proposito mi vengono in mente ciò che scrive Isaia (21,6.8.11-12)
“Poiché così mi ha detto il Signore: «Va’, metti una sentinella che annunzi quanto vede.
La vedetta ha gridato: «Al posto di osservazione, Signore, io sto sempre, tutto il giorno, e nel mio osservatorio sto in piedi, tutta la notte.
Mi gridano da Seir: «Sentinella, quanto resta della notte? Sentinella, quanto resta della notte?». La sentinella risponde: «Viene il mattino, poi anche la notte; se volete domandare, domandate, convertitevi, venite!»”.
Chi ha fatto il militare sa quanto sia difficile rimanere svegli durante le notti nella garitta.
L’attesa è una virtù appunto perché comporta sacrifici e difficoltà e la vigilanza comporta la difficoltà ulteriore di avere qualche nemico da prevenire o da evitare.
Quindi SVEGLIA!!!
Si svegliamoci dal torpore causato da tutto ciò che ci opprime, viviamo in un perenne stato di coma interiore, tutti travolti dalle cose da fare, dai problemi da risolvere. Viviamo una quotidianità delirante, con ritmi frenetici, corriamo più di un maratoneta. Le nostre relazioni ormai sono virtuali, non ci guardiamo più negli occhi, non ci diciamo più ti amo ma mandiamo cuoricini e faccine indecifrabili. Mi mette tristezza vedere un gruppo di giovani in pizzeria o birreria che invece di ridere, prendersi in giro preferiscono relazionarsi con i propri telefoni. Mi ribello a questo modo di vivere che in realtà è dormire, quindi ascoltiamo Gesù che ci invita a vegliare a essere delle sentinelle che sanno nella notte saper riconoscere i pericoli e saper attendere il nuovo giorno, il Sole nascente Cristo Gesù.
“Questo è l’avvento: un bel bricco di caffè spirituale per restare svegli. Perché il Signore viene. Tornerà alla fine dei tempi, certo. Ma viene ora, qui, adesso. Non come quando mi sono convertito. O come un anno fa. Oggi. Dio ancora squarcia il cielo e scende. Speriamo di esserci”.
Buon Avvento e buona domenica di pace e bene
Fra Pè