Dal 2 gennaio sono in attesa da un nuovo contratto, che però rischia di non arrivare. Preoccupati per tale drammatica situazione i 46 lavoratori socialmente utili, quelli del Fondo nazionale, in servizio al Comune di Favara con contratto a tempo determinato, hanno proclamato lo stato di agitazione. Scaduto il contratto, adesso sono a rischio licenziamento con grande preoccupazione per le famiglie. Dal 2 gennaio sono in attesa da un nuovo contratto, che però rischia di non arrivare. Con una nota inviata al Prefetto di Agrigento, alla Commissione di Garanzia Roma e per conoscenza al sindaco di Favara, il sindaco Funzione Pubblica della Cgil di Agrigento, ha annunciato la dichiarazione di volontà da parte dei lavoratori e l’avvio delle procedure di raffreddamento così come previsto dalla legge 146/90.
Fino al 31 dicembre scorso erano titolari di un contratto a tempo determinato part-time a 21 ore settimanale, impegnati in lavori di pubblica utilità. Per non far perdere la continuità lavorativa la Giunta comunale della sindaca Anna Alba ha approvato la prosecuzione, limitatamente a 8 ore lavorative settimanali in attesa che la Regione definisca il prosieguo. Un atto che garantisce la continuità, per evitare il licenziamento, ma non da certo la possibilità di garantire il sostentamento delle famiglie. “A seguito di un incontro avuto con i gli interessati – scrive il coordinatore Funzione Pubblica della Cgil, Pietro Aquilino – i lavoratori hanno rappresentato le forti preoccupazioni e il conseguente stato di disperazione in cui versano, dando di fatto l’idea di quanto la situazione sia tragicamente grave”. La Cgil ha chiesto alla Prefettura l’attivazione della procedura di raffreddamento.