Giuseppe Maurizio Piscopo
Salvatore Arancio 57 anni, sposato con Giuseppina Liotta (insegnante), padre di tre figli (1 maschio e 2 femmine), nonno di un nipotino e di un altro in arrivo. Ragioniere; professione giornalista; direttore di Radio Rete 94 (uno dei due fondatori) e da oltre 20 anni collaboratore del giornale La Sicilia. Per anni radiocronista, speaker radiofonico e D.J. Fondatore e socio di diverse associazioni di volontariato; da sempre impegnato nel sociale, nella promozione dei valori di solidarietà e nell’integrazione dei diversamente abili nel tessuto sociale, nel rispetto dei loro diritti e contro l’emarginazione, nell’abbattimento delle barriere culturali molto più difficili da superare per un disabile.
Come eri da bambino?
Ero un bambino come tutti gli altri, forse cresciuto un po’ in fretta per gli anni trascorsi nei vari ospedali. Questo ha fortificato un po’ il carattere tornato utile nell’affrontare la vita di tutti i giorni.
I ricordi del tuo maestro, dei tuoi compagni, l’atmosfera che si viveva allora a Favara.
Sì, del maestro Valenti, severo il necessario e molto devoto all’insegnamento. L’atmosfera che si viveva era di semplicità e di gioia perché si stava bene e con pochissimo.
Ricordi il primo giocattolo che hai avuto?
Un cavallino in plastica di colore rosso in vendita dal negozio “Cirinaro”.
Quando hai deciso di fare il giornalista e perché hai scelto questo difficile e appassionante mestiere?
La mia grande passione fin da ragazzo era quella del cronista sportivo, volevo fare il radiocronista delle partite di calcio. Ascoltavo sempre: “Tutto il calcio minuto per minuto” ed ero molto affascinato dalle mitiche voci di Enrico Ameri e Sandro Ciotti, mentre il mio telecronista preferito era Nando Martellini. In me risuona ancora nelle orecchie la sua esclamazione: “Campioni del Mondo, Campioni del Mondo, Campioni del Mondo” pronunciata al termine della finale vinta dall’Italia contro la Germania. Inoltre, fin da ragazzino amavo ascoltare tanta musica, seguita da “Il Mattiniere” di Adriano Mazzoletti e la Hit Parade di Lelio Luttazzi condotta da Paolo Testa ed Emilio Levi. Con la nascita della Radio Libera realizzai il sogno che da fanciullo sembrava semplice utopia. Iniziai a condurre la trasmissione “Disco dedica” e “I dischi più venduti” (una sorta di Hit Parade), poi le prime radiocronache del Favara Calcio, girando in lungo e largo tutti i campi di gioco della Sicilia. Furono i primi passi verso la professione.
Ricordi il primo articolo che hai scritto?
Sì, il primo articolo da me scritto è stato “commisionato” dal compianto Mimmo Felice a cui devo molto, pubblicato sul giornale “La Sicilia” ed era di calcio giovanile: “La scuola calcio Arcobaleno Favara fucina di campioncini”. Poi grazie anche all’amico e collega Giuseppe Moscato e alla redazione di Agrigento del giornale “La Sicilia”, iniziai a scrivere con frequenza e ad interessarmi di vari argomenti, ma soprattutto di sport.
Qual è l’articolo più bello che hai scritto?
A livello sportivo la pagina dedicata alla storica promozione in serie D (Anno 2000 – 2001) della Pro Favara, ma anche tutti quelli che hanno riguardato successi raggiunti da personaggi e da talenti favaresi.
Qual è l’articolo che non avresti mai voluto scrivere?
Tutti quelli in cui sono state riportate brutte vicende di nera, ma il diritto di cronaca e di informare ha lasciato spazio alla narrazione dei fatti con la massima serenità e verità.
Che cos’è per te lo sport, qual è la tua squadra del cuore?
E’ vita, emozione, entusiasmo. E’ però anche sinonimo d’impegno, grande voglia di mettersi alla prova, superare i propri limiti, raggiungere i traguardi e realizzare i propri sogni. La squadra del cuore è la Juventus.
Dalla tua esperienza, trovi che la città di Favara sia cambiata?
Molto! I giovani di oggi sono lontani parenti dei tempi della mia giovinezza. La mentalità è molto cambiata, anche se c’è ancora molto da migliorare su vari aspetti e comportamenti messi in atto nella vita di tutti i giorni.
Cosa pensi della Farm?
E’ stato un fenomeno molto positivo, capace di cambiare il volto di Favara, di valorizzare il centro storico, soprattutto la piazza Cavour, un tempo frequentata solo da anziani e oggi luogo della movida favarese. Ha dato il giusto input ai privati, imprenditori e commercianti che hanno iniziato ad investire in attività commerciali, B&B e ristoranti. Favara è diventata così il polo di attrazione e di richiamo di tutta la Provincia, della Sicilia e del Mondo vista la presenza spesso di tanti giapponesi. Fino ad alcuni anni fa era impensabile vedere in città pullman carichi di turisti.
Sono felici i bambini di oggi?
Penso che la loro felicità sia effimera e transitoria. Soddisfatti e contenti quando hanno quel che desiderano, ma sempre pronti a lamentarsi e chiedere sempre di più.
Tu sei stato un bambino felice?
Si! E’ bastato poco per essere felice: l’amore e l’armonia della famiglia, soprattutto la salute nonostante tutto.
Che cos’è la solidarietà?
E’ una qualità, che purtroppo non tutti abbiamo. Solidarietà significa dare senza calcolo, senza guadagno. Per essere solidali bisognerebbe pensare oltre che a noi stessi anche un po’ agli altri, cosa che risulta a volte un po’ difficile. Potrebbe essere un esempio di solidarietà l’aiutare, standogli vicino, una persona che si trova in difficoltà e cercare di fargli superare quel momento, facendo tutto per gli interessi di quella persona. Aprire il cuore ai bisognosi, accogliere e ospitare.
Il mondo in cui viviamo spesso allontana i poveri se ne ricorda solo a Natale. Qual è secondo te il vero significato del Natale?
Accogliere Gesù nella nostra vita, per chi ha fede, significa aiutare quanti hanno bisogno non solo a Natale ma in tutti i giorni dell’Anno.
Chi sono i migranti?
Tutti, compresi i nostri giovani, i nostri figli cui lo Stato non è stato capace di garantire un futuro sereno in grado di costruire una famiglia. Lo sono stati i nostri nonni, i nostri genitori, i nostri compaesani e continuano a esserlo ancora di più chi è costretto a scappare dalla miseria, dalle guerre e dalle violenze in cerca di un futuro migliore, molto spesso senza trovarlo.
Si specula sui migranti, sui centri dei migranti, qualcuno ha costruito la sua carriera politica?
E’ stato e continua a essere un business per privati, fenomeno criminoso che ha permesso a molti di arricchirsi, mentre l’Europa e i potenti del Mondo restano a guardare.
Come va il tuo lavoro con il giornale?
E’ un momento particolarmente critico per l’editoria. Quasi tutti i giornali sono in crisi, colpa anche dei nuovi mezzi di comunicazione. Speriamo che la carta stampata continuerà resisterà alla concorrenza.
Qual è il futuro dei giornali?
Vedo un futuro un po’ incerto.
Alcuni intellettuali avevano previsto la scomparsa dei libri con l’avvento degli e-book, ma così non è stato?
Il libro resta un patrimonio culturale, la lettura è il mezzo privilegiato del sapere.
Che cosa non hanno capito gli uomini delle donne, prima dicono di amarle e poi le ammazzano…
Che la donna rappresenta la luce dell’umanità, perché dà alla luce, la cellula fondamentale della famiglia, l’armonia della civiltà. Il femminicidio è un fenomeno da stroncare.
Favara nel 2018: che cosa bisogna fare per cambiare la mentalità dei favaresi?
Fare osservare il rispetto delle regole, dell’ambiente e di tutto quello che ci circonda. Bisogna iniziare a capire che il rispetto del bene comune è segno di civiltà, è un qualcosa che appartiene a tutti. Il compito nell’educazione delle nuove generazioni in questo percorso resta affidato alle famiglie (prima agenzia educativa) e come sempre all’istituzione scolastica.
Il problema del traffico, quello della raccolta differenziata e del rispetto per l’ambiente non possono più aspettare…
Il traffico a Favara paga lo scotto dell’abusivismo edilizio degli anni ’70 – ’80. Il tessuto urbano è stato violentato, deturpato e le strade, quelle che vediamo e sulle quuali transitiamo oggi, sono nate senza un minimo di progettazione. La mancata applicazione del Put (Piano Urbano Traffico) ha fatto il resto. Senza il decollo della differenziata, l’ambiente sarà soffocato dai rifiuti con conseguenze catastrofiche per l’umanità, molto più gravi di quelle già oggi sono sotto gli occhi di tutti.
Che cos’è per te la bellezza?
Non certamente solo l’apparenza fisica. È una cosa interiore, che alberga all’interno del cuore di ciascuno.
La bellezza salverà il mondo, puoi commentare questa frase di un celebre scrittore russo?
La Bellezza è ogni cosa che compie ogni essere umano quando realizza qualcosa esercitando il potere generativo del bene.
Che cos’è per te la felicità?
Stare bene con il proprio animo.
Si può fare una pista ciclabile a Favara?
A oggi non vedo dove.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro e cosa ti aspetti dal 2018?
Nessun progetto particolare. Più che aspettarmi, chiedo per il nuovo anno solo salute, serenità e di vivere in armonia con tutti. Sono un credente praticante, però non prego molto, ma quando lo faccio non chiedo miracoli ma la forza di superare ogni barriera che la vita ti mette davanti.