Si svolgerà a Favara, domani alle dieci in piazza della Vittoria, ma non è solo per Favara, è prevista, infatti, la partecipazione di cittadini di altri Comuni, tutti interessati allo stesso problema: migliorare la qualità del servizio e abbassarne i costi.
I padroni di casa, ovviamente, siamo noi. Siamo noi, i favaresi che abbiamo, per dirne una, la migliore rete idrica rispetto alle città gestite da Girgenti acque, ma non abbiamo, per nostra sfortuna, l’acqua corrente.
Sarà l’occasione difficilmente ripetibile di dibattere, in perfetta democrazia diretta attraverso l’assemblea popolare, i temi cari a tutti, ad iniziare dai bilanci delle famiglie che non riescono a reggere il peso dei costi del servizio.
Oggi, il reddito medio dell’utenza non rientra nella maniera più assoluta nella formazione della tariffa. La regola tanto è e tanto paghi va rivoluzionata, ché caricare a sacco d’ossa sulla gente non conviene a nessuno. Non si può continuare a sommare tutte le spese e dividerle sull’utenza, senza entrare e verificare le varie voci di spesa. Nello stesso tempo è paradossale disperdere il 50 per cento del prezioso liquido e farlo pagare al cittadino, che a sua volta paga il servizio e le altre tasse per vivere in un Paese civile, per vivere in Europa.
La Regione, principale attore, non si è mai preoccupata dei costi dell’acqua, arrivando addirittura a caricare sull’approvvigionamento di Siciliacque un canone di 8milioni di euro, pagato dall’utenza. L’acqua non può fare cassa. “E’ un dono del cielo e appartiene a tutti” dice don Marco Damanti, il sacerdote che offre le docce a chi impossibilitato a pagare non ha più l’abitazione collegata con la rete idrica. Don Marco chiede di aprire il libro dei costi, lo chiedono le associazioni che fanno capo al coordinamento Titano e le associazioni dei consumatori.
Le associazioni hanno fatto tantissimo e, sicuramente, continueranno a fare, ma domani dovrà scriversi un’altra pagina della storia del servizio nella nostra provincia, questa volta con la penna del popolo, diretto interessato. Lo dicevo in un altro articolo, si conteranno le teste. Li conteranno le forze dell’ordine, la politica, Girgenti acque, i giornalisti e dalla conta stabiliranno se il fenomeno è interessante o non lo è. I giornali titoleranno “Una piazza strapiena chiede il diritto all’acqua” o “Poca la partecipazione alla manifestazione” e lo stesso avverrà nelle relazioni di polizia. La politica capirà se finalmente il popolo si è svegliato o se nulla è cambiato, quindi potrà continuare sullo stesso maledetto verso.
I due deputati regionali, Margherita La Rocca Ruvolo e Carmelo Pullara, che hanno assicurato la loro partecipazione avranno direttamente la percezione dell’interesse del popolo e quest’ultimo potrà confrontarsi con loro.
Domani, per ognuno di noi non è proprio il caso di restarsene a casa. In una sorta di parli adesso o taccia per sempre è meglio farsi trovare in piazza della Vittoria. Proviamo a vincere!