“Insustistenza degli indizi di colpevolezza a suo carico”. Con questa motivazione i giudici del Tribunale del Riesame, accogliendo la tesi degli avvocati difensori Nicotra e Palumbo Piccionello, hanno disposto la scarcerazione del favarese Giuseppe Blando, arrestato nel corso dell’operazione della DDA denominata “Montagna”, con l’accusa di tentativo di estorsione e associazione a delinquere di stampo mafioso. Il nome di Giuseppe Blando è stato fatto anche dal pentito Giuseppe Quaranta, anch’egli arrestato nell’operazione “Montagna”, a seguito della sua decisione di collaborare con i magistrati.
Intanto sono oltre venti ormai le vittime delle estorsioni che hanno cominciato a parlare e collaborare con gli inquirenti. Interrogati dai carabinieri che hanno condotto l’indagine, la maggior parte degli imprenditori che finora sono stati sentiti, hanno ammesso di avere avuto estorsioni. Dichiarazioni confermate anche da diversi dipendenti delle aziende taglieggiate da racket. Per i magistrati della Dda una vera rivoluzione che rompe il muso di omertà finora tenuto dalle vittime che non avevano denunciato le intimidazioni subite.