Tutto il paese si è scomodato per reclamare su avvisi di accertamento buoni soli a evidenziare un lavoro fatto nel peggiore dei modi.
Dovevano verificare il 2011 ed è stato fatto, per fare soli alcuni esempi, senza controllare la storia dell’immobile fino al 2017, cosicché tutti coloro che hanno acquistato una casa, l’hanno ereditata, è passata dall’affittuario al proprietario negli ultimi sei anni hanno ricevuto l’avviso di pagamento, ovviamente non dovuto, per il 2011. Un esempio ancora più chiaro è quello di un cittadino che ha acquistato un magazzino in Via Olanda nel 2015 e si è visto arrivare l’accertamento per l’omessa dichiarazione del 2011. “Giuvanni non era natu e Giuvanni si chiamava”. Intanto le vittime degli accertamenti pazzi si alzano prima dell’alba nella speranza di essere ricevuti dagli uffici.
In una vera e propria Caporetto, nessuno chiederà scusa ai cittadini costretti ad attese e file interminabili per dimostrare l’altrui incapacità con le proprie ragioni.
Non arriveranno le scuse, mentre i cittadini si faranno carico pure delle spese di una montagna di accertamenti sbagliati, che comunque il Comune pagherà. Pagheremo le spese per gli accertamenti e per le notifiche.
Per la serie questa è fatta, pensiamo alla prossima, non ci saranno azioni contro chi ha sbagliato, così come l’assessore resterà al suo posto tanto il popolo è bove.
Sul popolo bove è giusto precisare che quello favarese già accusa segnali di stanchezza ed è quasi sicuramente opportuno correggere la rotta di navigazione se non si vuole andare in collisione.
I cittadini, dal canto loro, chiedono poco. A loro basta essere considerati come chi paga per tenere in piedi il Palazzo.