A due mesi dalle elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale di Camastra, il mandato scadeva a Giugno, il Consiglio dei Ministri scioglie l’assise per infiltrazione mafiosa. Il piccolo Comune agrigentino retto dal sindaco Angelo Cascià (eletto a capo di una lista civica nel 2013), che non risulta indagato, doveva essere rinnovato nelle prossime elezioni del 10 giugno. Ma il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Interno Marco Minniti, a norma dell’articolo 143 del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, ha deliberato lo scioglimento del Consiglio comunale di Camastra per mafia. La motivazione sta “nelle riscontrate ingerenze da parte della criminalità organizzata”. Lo scioglimento del Consiglio comunale per mafia, comporta la decadenza immediata degli organi democraticamente eletti: Consiglio, giunta e sindaco e la sostituzione con commissari straordinari per una durata di 18 mesi che si possono estendere fino a 36 mesi, in sostanza fino a quando non sarà ripristinata la legalità.
Lo scioglimento per infiltrazione mafiosa trae origine dall’operazione antimafia denominata “Vultur”. Tra i capi imputazione a carico dei Rosario e Vincenzo Meli affiora una storia di condizionamento della consultazione elettorale amministrativa del 2013. I pubblici ministeri contestano ai Meli anche il ricorso all’intimidazione nella scelta di taluni candidati a vantaggio di altri. Nel luglio 2017 l’allora Prefetto di Agrigento, Nicola Diomede, aveva disposto una ispezione al Comune di Camastra per accertare eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata.
Si tratta del 5° caso di scioglimento effettuato nel 2018: Cirò Marina (Crotone), San Gennaro Vesuviano (Napoli), Mattinata (Foggia) e Scilla (Reggio Calabria). Dal 2016 ad oggi si sono registrati ben 28 scioglimenti, a conferma della gravità del fenomeno delle infiltrazioni mafiose negli enti locali.