La consigliera comunale, Laura Mossuto, ha sollevato una questione di significativo interesse sul continuo ricorso da parte dell’Amministrazione comunale alla procedura negoziata e non alla normale gara aperta a tutti.
I particolari sono raccontati in un altro articolo a firma di Giuseppe Moscato. E sono particolari da leggere con molta attenzione. C’è un altro aspetto che non vogliamo sfugga all’opinione pubblica e che si inserisce nel campo strettamente politico, del quale riteniamo sia necessario parlarne.
Il M5s si è presentato all’elettorato favarese condannando senza prova d’appello il passato amministrativo della città e non solo. Loro sono i buoni e tutto il resto i cattivi. Una sorta di vergini in un reparto di maternità. Ma è davvero così?
L’assessore Nicotra nelle delibere giustifica la procedura negoziata, individuando almeno 10 ditte, con l’urgenza di realizzare i lavori per i pericoli alla pubblica incolumità all’interno del Cimitero Fontana degli Angeli. Ieri sera, in una conversazione telefonica, mi ha precisato che il ricorso è dovuto alla certezza di rendicontare la spesa entro l’anno in corso, condizione essenziale per salvare il finanziamento.
Giustificazioni diverse, ma poco importa, mentre è rilevante la scelta da parte del trasparente M5s di una procedura seppure prevista dalla legge, ma più consona a chi non si autoproclama “il buono”.
Con la gara pubblica c’è il rischio dei tempi più lunghi, ma quanti rischi corre chi non ama avere le “chiappe chiacchierate”?
Seguire la strada della trasparenza comporta rischi e sacrifici, maggiore accortezza, minore velocità, ma è una scelta politica e di vita.
La procedura negoziata o la mancata nomina dell’assessore in sostituzione del dimissionario Attardo, in bagnomaria da circa tre mesi, non farebbero notizia in una amministrazione retta dai “cattivi”. La prima è prevista dalla legge e la seconda, cioè la nomina dell’assessore, dovrebbe trovare l’accordo all’interno dei diversi partiti che formerebbero l’ipoteca coalizione di maggioranza.
A Favara i “buoni” hanno detto di essere tali e il governo è una sorta di monocolore che non ha bisogno di confrontarsi con gli altri partiti per nominare il nuovo assessore. Il ritardo nella nomina è il segnale che non c’è la tanto decantata unione all’interno del movimento.
Anche i “buoni” si dividono, così come ricorrono a procedure del passato. Allora dov’è la differenza? La stiamo affannosamente cercando per raccontarvela.