Fake news e giornalismo di pace”.
In concomitanza con l’Ascensione del Signore la Chiesa celebra la 52ma Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali sul tema «La verità vi farà liberi» (Gv 8,32). Fake news e giornalismo di pace.
Papa Francesco nel messaggio indirizzato a tutti e in maniera particolare a chi fa comunicazione sociale, fa un’analisi attenta della realtà odierna considerando come si sta assistendo ad “Una lotta senza esclusione di colpi si sta combattendo sulle due sponde del Pacifico, con i russi sospettati di aver perfino influenzato le ultime elezioni statunitensi favorendo il candidato repubblicano. Oggetto del desiderio, per chi ne vuole trarre il massimo vantaggio, sono le fake news: notizie false o costruite ad arte, come ne esistono da sempre, che però hanno cambiato il loro peso strategico nell’ambito informativo grazie all’uso di social network e motori di ricerca che ne amplificano a dismisura gli effetti.” ( Agenzia Sir)
Il messaggio del Papa inizia col mettere in evidenza come la comunicazione rientra nei piani di Dio per l’edificazione dell’uomo, infatti “nel progetto di Dio, la comunicazione umana è una modalità essenziale per vivere la comunione. L’essere umano, immagine e somiglianza del Creatore, è capace di esprimere e condividere il vero, il buono, il bello. E’ capace di raccontare la propria esperienza e il mondo, e di costruire così la memoria e la comprensione degli eventi. Ma l’uomo, se segue il proprio orgoglioso egoismo, può fare un uso distorto anche della facoltà di comunicare, come mostrano fin dall’inizio gli episodi biblici di Caino e Abele e della Torre di Babele (cfr Gen 4,1-16; 11,1-9). L’alterazione della verità è il sintomo tipico di tale distorsione, sia sul piano individuale che su quello collettivo. Al contrario, nella fedeltà alla logica di Dio la comunicazione diventa luogo per esprimere la propria responsabilità nella ricerca della verità e nella costruzione del bene. Oggi, in un contesto di comunicazione sempre più veloce e all’interno di un sistema digitale, assistiamo al fenomeno delle “notizie false”, le cosiddette fake news:”
Per inquadrare uno scenario sempre più caratterizzato da un sovraccarico informativo, dove ogni utente può trasformarsi in un produttore di contenuti, si può partire dai numeri:
in appena 60 secondi, vengono pubblicati 3 milioni di contenuti su Facebook, 430mila tweet, compiute 2 milioni e 315mila ricerche su Google, inviate 150 milioni di email e 44 milioni di messaggi su WhatsApp, visualizzati 2 milioni e 700mila video su YouTube.
È questo il contesto che si trova a fronteggiare il giornalista, alle prese con lettori/utenti sommersi da un tale flusso di informazioni che ne cannibalizza l’attenzione e spesso li rinchiude in “camere dell’eco” dove si rafforzano soltanto le proprie convinzioni.
Per tale ragione il Papa si rivolge al “custode delle notizie” che, “nel mondo contemporaneo, non svolge solo un mestiere, ma una vera e propria missione”. Nella “frenesia delle notizie e nel vortice degli scoop”, il giornalista deve infatti “ricordare che al centro della notizia non ci sono la velocità nel darla e l’impatto sull’audience, ma le persone”
Francesco ci invita a “promuovere un giornalismo di pace, non intendendo con questa espressione un giornalismo ‘buonista’, che neghi l’esistenza di problemi gravi e assuma toni sdolcinati. Intendo, al contrario, un giornalismo senza infingimenti, ostile alle falsità, a slogan ad effetto e a dichiarazioni roboanti; un giornalismo fatto da persone per le persone, e che si comprende come servizio a tutte le persone, specialmente a quelle – sono al mondo la maggioranza – che non hanno voce”.
Il Pontefice definisce la fake news e quindi la disinformazione “logica del serpente”, colui il quale “si rese artefice della ‘prima fake news’ (cfr. Gen 3,1-15), che portò alle tragiche conseguenze del peccato, concretizzatesi poi nel primo fratricidio (cfr. Gen 4) e in altre innumerevoli forme di male contro Dio, il prossimo, la società e il creato”. La strategia di questo “abile ‘padre della menzogna’ (Gv 8,44) è proprio la mimesi, una strisciante e pericolosa seduzione che si fa strada nel cuore dell’uomo con argomentazioni false e allettanti”. Di fronte al “virus della falsità”, riconosce il Papa, il “più radicale antidoto” è lasciarsi “purificare dalla verità”.
“Per questo, ispirandoci a una preghiera francescana, potremmo così rivolgerci alla Verità in persona: Signore, fa’ di noi strumenti della tua pace. Facci riconoscere il male che si insinua in una comunicazione che non crea comunione. Rendici capaci di togliere il veleno dai nostri giudizi. Aiutaci a parlare degli altri come di fratelli e sorelle. Tu sei fedele e degno di fiducia; fa’ che le nostre parole siano semi di bene per il mondo: dove c’è rumore, fa’ che pratichiamo l’ascolto; dove c’è confusione, fa’ che ispiriamo armonia; dove c’è ambiguità, fa’ che portiamo chiarezza; dove c’è esclusione, fa’ che portiamo condivisione; dove c’è sensazionalismo, fa’ che usiamo sobrietà; dove c’è superficialità, fa’ poniamo interrogativi veri; dove c’è pregiudizio, fa’ che suscitiamo fiducia; dove c’è aggressività, fa’ che portiamo rispetto; dove c’è falsità, fa’ che portiamo verità. Amen.”
Tutta la Redazione di Sicilia On Press così come abbiamo fatto in questi anni, vogliamo continuare ad essere al servizio della comunità come custodi della notizia accogliendo l’invito del Papa nel fare un giornalismo di pace raccontando la verità.
Che sia il nostro un giornalismo che non bruci le notizie, ma che si impegni nella ricerca delle cause reali dei conflitti, per favorirne la comprensione un giornalismo impegnato a indicare soluzioni alternative alle escalation del clamore e della violenza verbale così come ci raccomanda il Papa.