Sei mesi fa si è aperta una voragine in Via delle Muse a causa del mal funzionamento del collettore che da Corso Vittorio Veneto arriva nella via e continua, o dovrebbe continuare, in direzione del depuratore.
E’ stato accertato che la condotta si è consumata dall’usura con conseguente fuoriuscita di liquami, un fatto gravissimo per la pubblica salute e per l’ambiente. Dal mese di Novembre 2017 si è iniziata una fitta corrispondenza tra il Comune di Favara, l’Ati idrico e Girgenti acque. Diffide e solleciti non sono stati in grado di chiudere la vicenda e bonificare l’ambiente.
Oltre ai tre soggetti direttamente interessati, è intervenuta la locale Tenenza dei Carabinieri che ha chiesto l’arrivo dell’Arpa. L’agenzia regionale ha effettuato i prelievi del terreno, li ha analizzati e ha accertato l’inquinamento dell’ambiente.
“Il campione – scrive l’Arpa – presenta elevati indici di inquinamento chimico, confermando che trattasi di acque reflue di scarico”.
L’agenzia regionale prescrive al gestore della fognatura di “procedere nel più breve tempo possibile alla riparazione del guasto che ha causato lo sversamento delle acque reflue, considerando i potenziali pericoli per la salute pubblica legati alla fuoriuscita di reflui a cielo aperto, appare indispensabile che si proceda alla recinzione della zona interessata”.
Non solo “si rende necessario dare avvio alle procedure di ripristino dell’area interessata”. E cosa di significativa importanza, l’Arpa chiede di procedere “nel termine massimo di 20 giorni alla rimozione della parte contaminata e all’avvio di tutte le procedure di ripristino. Ultimate le operazioni di rimozione del materiale oggetto di contaminazione, si dovrà procedere al trasporto presso idoneo impianto di smaltimento dei rifiuti…”. Questo accade nel mese di Marzo scorso, non sono, quindi, trascorsi 20 giorni, ma 60. Ed è di qualche settimana fa l’ennesimo sollecito dell’amministrazione comunale rivolto a Girgenti acque “di volere intervenire con estrema urgenza al completamento dei lavori relativi al collettore fognario di Via delle Muse e di Corso Vittorio Veneto, poiché gli stessi sono ancora oggetto di causa di pericolo pubblico sia per i residenti della zona che per tutta la cittadinanza”.
Intanto, l’ambiente continua ad essere significativamente danneggiato, pensate che da quel tratto di condotta transita circa il 60 per cento delle fogne della città, mentre i residenti sono costretti a vivere “ermeticamente” chiusi nelle loro abitazioni a causa dell’aria puzzolente e malsana. E adesso con il caldo la situazione è destinata a peggiorare.
“Noi continuiamo a chiedere – a parlare è l’ingegnere Avenia – il completamento dei lavori. Girgenti acque, ogni volta ci rassicura, ma i lavori restano fermi”.
Cosa rimane da fare? Questa è la domanda che ci poniamo tutti e alla quale non abbiamo una risposta. Si sono mossi l’amministrazione comunale, l’Ati idrico, la Tenenza dei Carabinieri, l’Arpa, manca solo l’intervento dell’esercito e della marina militare, a fronte dei quali ai cittadini rimane esclusivamente lo sconforto e la resa.
Ovviamente è un reato l’inquinamento dell’ambiente, come lo è la minaccia alla salute pubblica.