L’interrogazione presentata sulla Tari 2018 dal consigliere grillino Carmelo Sanfratello rivolta all’assessore grillina Maida è destinata a far parlare di se, almeno tra gli addetti ai lavori e ai commentatori della politica locale.
Peppe Moscato in un altro articolo racconta i particolari della vicenda che in estrema sintesi vede Carmelo Sanfratello presentare una interrogazione sulla rateizzazione della Tari 2018 non rispettata dall’amministrazione comunale. Sanfratello, capogruppo consiliare del M5s chiede all’assessore grillino Crocetta Maida, conto e ragione, a fine Maggio, quando le prima due rate non sono state inviate ai contribuenti. Intanto, la rateizzazione è a beneficio della cittadinanza che può meglio sopportare il peso della tributo.
Ma torniamo a questa che appare una sorta di sciarra in casa.
Qualcuno sostiene che dopo la sua uscita Carmelo Sanfratello avrebbe dovuto dimettersi da capogruppo e lasciare la maggioranza, questo, dicono, per coerenza.
Secondo la logica dei “classici” partiti politici, Sanfratello avrebbe dovuto prima dimettersi e solo dopo gridare contro la maggioranza. Ma il M5s si è presentato come il nuovo in assoluto. Nel Movimento non troverebbero spazio i discorsi nelle stanze segrete e tutto dovrebbe avvenire nel rispetto della trasparenza e della pubblicità. I cittadini devono partecipare.
Non deve Sanfratello incontrare la Maida e cercare di mettere insieme i cocci di una vaso già finito a terra. E il vaso già in frantumi sono le due prime rate della Tari ormai scadute. Non voglio fare l’avvocato d’ufficio del capogruppo, che saprà difendersi da solo, ma penso che la sua azione debba essere apprezzata e non criticata negativamente.
Del resto, al di là delle regole del M5s, in una città come Favara che non è la grande metropoli, i consiglieri comunali non hanno quasi mai agito dentro gli schemi rigidi della maggioranza e dell’opposizione, perché gli interessi dei cittadini sono più facilmente avvertiti dai politici, cosicché spesso l’opposizione ha prestato i propri voti alla maggioranza specie quando ad essere approvato è un atto a diretto vantaggio dei cittadini. Quello che non è mai accaduto è un avvenimento simile al recente. Le guerre si sono fatte e si fanno ma “a parti d’intra”, preferendo stendere a casa i panni sporchi.
Carmelo Sanfratello che fa parte del M5s non è obbligato a nascondere i panni sporchi, anzi varrebbe il contrario. I grillini non devono avere patti segreti, invocano una democrazia nel nome della trasparenza e dunque il capogruppo incarna il vero grillino. E’ qualche altro della compagnia, molto probabilmente, a non essere tale, ad essersi mimetizzato indossando gli abiti pentastellari, mentre non lo è ideologicamente.
Sinceramente Carmelo Sanfratello offre di se l’immagine del vero grillino, mentre per molti altri si fa davvero fatica a immaginarli componenti del M5s. Questi, semmai, dovrebbero buttare la maschera e, magari, liberare la scena politica favarese.