Giuseppe Maurizio Piscopo
Filippo Bosco è un medico specialista in Anestesia e rianimazione presso l’Ospedale Santa Chiara di Pisa. Medico esperto in Agopuntura, Micoterapia e terapie integrate referente per le medicine complementari integrate del Centro Senologico dell’Azienda Ospedaliera dell’ Università di Pisa.
E’ molto bello conversare con lui. Non ci vediamo da alcuni anni. E’ bello apprendere dalle sue certezze.
“Per curare chi soffre il medico deve possedere capacità tecniche, conoscenze scientifiche e comprensione umana, doti che dovrà utilizzare con coraggio, umiltà e saggezza per offrire al prossimo un servizio unico e per perfezionare il proprio carattere. Il medico non dovrebbe chiedere al proprio destino di più di questo, né accontentarsi di qualcosa di meno”
Mi ha colpito molto ascoltare il Dottore Bosco al Tg1 mentre spiegava quale dovrebbe essere il rapporto tra medico e paziente. Il dialogo è essenziale è già una medicina…
Quando è iniziata la tua avventura nel campo della medicina?
La scelta di fare medicina l’ho presa a 16 anni. Allora frequentavo il liceo scientifico Leonardo di Agrigento. Ricordo come fosse ora un particolare: nella salita Pirandello c’era una vecchia libreria che vendeva testi universitari, rimasi colpito da un testo del Borsarello sull’agopuntura… Da sempre comunque ho sentito il dovere di prendermi cura degli altri.
Come eri da bambino?
Sin da piccolo sono stato sempre attento ai bisogni e alle esigenze delle persone. Ho vissuto una felicissima infanzia quando Favara era un paese ridente. Andavo spesso in parrocchia e giocavo per la strada con gli altri bambini.
Che ricordo hai della prima volta che sei arrivato a Pisa?
Un ricordo bellissimo. Arrivai a Pisa con alcuni amici nei primi giorni di Agosto del 1982. Un viaggio lunghissimo in auto, con l’Audi 80. La prima cosa che vedemmo fu Piazza dei Miracoli e la Torre. Rimanemmo a bocca aperta. Ci sembrò di rivivere un sogno, di essere dentro una foto…
Pensavi di rimanerci per tutta la vita?
No!
Cosa ti manca della Sicilia?
Mi manca la Sicilia tutta. Quella terra che ho lasciato con quei profumi, quei sapori, quei colori e le persone. Ogni vota che ritorno li vado a cercare uno per uno, sperando di trovarli, di riabbracciarli, ma rimango sempre deluso dalla mia ricerca. Ogni volta ritrovo una Sicilia completamente diversa, faccio quasi fatica a riconoscere e a ritrovare la porta di casa mia…
Tu sei stato un grande fotografo, continui sempre a fotografare?
Nei miei continui viaggi continuo a fotografare la realtà che mi passa davanti.
Che cosa era per te la camera oscura?
La camera oscura è stata un momento importante della mia gioventù. La sera mi riunivo con i miei amici per sviluppare le immagini impresse. Una emozione che non si può raccontare con le parole…
Da qualche parte ho letto il mondo della medicina è crudele…
Non è crudele. Fare il medico è una missione. Può diventare crudele solo se uno svolge questa professione senza passione e senza amore. L’arte della medicina per me è un atto di restituzione. Dalla vita ho ricevuto tanto, molto di più di quello che meritavo, per questa ragione mi sforzo ogni giorno di dare di più, mi sforzo di dare il massimo con tutte le mie forze.
Continui a svolgere l’attività di anestesista?
Si. Anche ieri e oggi pomeriggio e anche la notte. Tutti i giorni.
Tu hai partecipato a molti convegni di medicina, che cosa ti hanno dato?
Poco o nulla. Mi ha fatto crescere l’incontro con i pazienti, ascoltare i loro bisogni e aiutarli sempre.
Hai ricevuto dei riconoscimenti per la tua professione?
Li ricevo ogni giorno con l’affetto e la gratitudine dei miei pazienti. Per me questi sono i riconoscimenti più ambiti.
Hai mai incontrato difficoltà nel tuo lavoro?
Le difficoltà per un anestesista sono all’ordine del giorno e della notte, spesso svolgo il turno di notte… Nel momento in cui incontro delle serie difficoltà ritrovo la risposta nelle mie radici cristiane.
Come si trovano i siciliani in Toscana?
Benissimo.
Qual è il tuo rapporto con gli altri medici?
Ottimo. Mi ritengo una persona molto fortunata, mi ritrovo a lavorare in un ospedale dove c’è la massima collaborazione.
Mi puoi commentare la frase di un celebre scrittore russo: “La bellezza salverà il mondo”?
Si è proprio vero! La bellezza è vedere i pazienti ad ogni risveglio sorridenti e cordiali quando li rivedi ancora per il controllo. Questo fatto mi riempie di gioia.
E’ vero, che i medici sono grandi benefattori dell’Umanità?
Si è una grande verità!
Che cosa rimane del giuramento di Ippocrate?
Per un medico è il suo test. E’ quello che ogni medico deve professare ogni giorno della sua vita.
Ci si può curare con internet?
Dott.Internet Dott. Google. Assolutamente no e nemmeno con il passaparola. Bisogna rivedere il rapporto medico-paziente. Il paziente deve vedere nel medico un altro se stesso.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Negli anni a venire ho un sogno, un grande progetto da realizzare, sempre nell’ottica della restituzione: portare a dignità scientifica un’antica arte medica, far parte di un gruppo, lavorare per la cura e investire il mio tempo affinchè l’uomo in futuro non si ammali, un grande lavoro sulla prevenzione di intesa con altri medici e ricercatori per migliorare le condizioni del mondo in cui viviamo.