Dal Vangelo secondo Marco
Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
Don Marco Damanti
In questa pagina del Vangelo di Marco, possiamo cogliere degli aspetti importanti e profondi. Il primo che Dio “ti chiama”. La nostra vita è una chiamata, una vocazione. È la cosa bella che questa chiamata è un viaggio, ossia un mettersi in cammino. Possiamo cogliere che la vita per sua natura è dinamismo e non staticità (una vita piatta e noiosa). La parola viaggio, ci deve far pensare alla novità, alla scoperta, alla meraviglia, elementi per vivere in profondità la nostra esistenza. Secondo elemento importante, che li invio a due a due e non ad uno ad uno. Il primo annuncio che i Dodici portano è senza parole, è l’andare insieme, l’uno al fianco dell’altro. Questa è la bellezza della nostra fede e direi il cuore. Andare soli è facile, direi comodo e forse arriveremo prima alla metà, ma andare con i ritmi di chi ci sta accanto, talvolta rallentare e accettare la diversità dell’altro ci rende CREDIBILI. Abbiamo bisogno oggi più che mai di “comunione”. Un prete anziano mi diceva sempre, che in Paradiso non si va in carrozza, per dire che nella carità che è impegno verso l’altro (non sempre facile) è la chiave del paradiso.
Terzo elemento: “Ordinò loro di non prendere nient’altro che un bastone”. Solo un bastone a sorreggere il passo, un bastone per appoggiarvi la stanchezza. Potrebbe essere una bella metafora per dire che l’altro è il mio bastone per non cadere e appoggiarmi in ogni momento. Quarto ed ultimo elemento, Gesù dice di non portare, “né pane, né sacca, né denaro nella cintura; e ordinò di non portare due tuniche”. Partono senza nulla e neanche il necessario. Decisivi non sono i mezzi, ma solo una cosa la FEDE. La fiducia in Dio. L’abbandonarsi a Dio che non ti fare mancare nulla. Una fiducia in Dio che ti accompagna nel cammino della vita è una fiducia nell’uomo che ti apre la porta.
Gesu come sempre ci provoca, povertà di mezzi, ricchezza di fede; essere dei nostri nella strada della vita (poche cose o niente) per cambiare paese o città; l’altro (il prossimo) la mia ancora di salvezza, la comunione (la comunità) mi fa credibile. Non esiste una fede in Dio rivelata da Gesù Cristo senza il mio vivere con l’altro e nella comunità. Una fede isolata o peggio ancora privata non è vera fede, perché la vera fede ha una doppia dimensione, personale (intima comunione tra Lui e noi) e Comunitaria(intima comunione io con gli altri). Il discepolo annuncia con la sua vita.