Giuseppe Maurizio Piscopo
Claudio Lombardo è un medico speciale che si occupa di medicina di base. E’ dirigente presso l’Asp di Agrigento. Direttore dell’agenzia provinciale Energia e Ambiente per la provincia di Agrigento. Da circa 20 anni è impegnato come responsabile della comunicazione di associazioni ambientaliste a respiro nazionale. A titolo gratuito collabora con le Redazioni di importanti trasmissioni televisive: Le Iene, Striscia la notizia, Tg Regione… Si è occupato degli sbarchi fantasma in provincia di Agrigento. Hanno parlato di lui le Tv internazionali: Al Jazzera, Sky News, Tv Giordania e il New York Times.
Come eri da bambino?
Da bambino – ma ancora oggi – ero e sono una persona molto curiosa. Questa curiosità mi porta ogni giorno ad indagare e a scoprire cose nuove.
Quali ricordi hai del tuo maestro, dei tuoi compagni e della Sicilia della tua infanzia?
I ricordi, sia quelli belli che quelli meno belli servono a farti crescere. Nella mia infanzia un posto rilevante lo ha avuto “la reclusione” presso il collegio Pennisi ad Acireale. Quella è stata un’esperienza durissima ma che tutto sommato mi è servita.
Quali sono oggi le emergenze del mare?
Il mare oggi – soprattutto il Mediterraneo – ha diverse emergenze causate dall’inquinamento. In primis dall’inquinamento cloacale, infatti la Sicilia è maglia nera in Italia per la depurazione. La provincia di Agrigento è messa malissimo e la prova è data dal fatto che negli scorsi anni la Magistratura ha posto sotto sequestro ben 14 depuratori in provincia. Un’altra emergenza è rappresentata dalla plastica che sta uccidendo il nostro mare. Noi continuiamo a liberarci delle plastiche abbandonandole per strada e queste alla fine attraverso i torrenti e i fiumi, inevitabilmente, finiscono in mare.
Il mare che dovrebbe unire, oggi divide ed è il Teatro della morte in diretta…
Il Mediterraneo da qualche anno è diventato uno scenario di divisione politica e di morte fisica. Mareamico lo scorso anno ha impiegato tanto tempo per documentare un particolare fenomeno – sottostimato dalle autorità, ma molto pericoloso – rappresentato dagli sbarchi fantasma. Mentre il ministro Minniti si occupava di fronteggiare gli sbarchi provenienti dalla Libia Mareamico ha documentato almeno 80 sbarchi fantasma sulle coste continentale dell’agrigentino (soprattutto a Torre Salsa) che hanno portato sulle nostre spiagge circa 3000 migranti, di cui solo 400 sono stati identificati. Questi sbarchi si definiscono fantasma perché le persone che arrivano così, essendo migranti economici magrebini, non hanno alcuna possibilità di restare in Europa e quindi fanno di tutto per non essere identificati all’arrivo.
L’inquinamento non uccide solo i pesci e le altre specie di animali ma uccide l’uomo soprattutto…
L’inquinamento uccide i pesci e alla fine ucciderà pure noi. Da qualche tempo iniziamo a riscontrare nello stomaco dei cetacei morti grandi quantità di plastiche nello stomaco che spesso li hanno portati a morire. Ma questo è il danno minore rispetto a quello che provocano le microplastiche che stanno già entrando nella nostra alimentazione per colpa dei pesci che mangiamo.
Cosa sta succedendo ad Eraclea Minoa?
Eraclea Minoa è praticamente morta. La causa è dell’erosione costiera che ha colpito tanti posti del litorale agrigentino ma soprattutto sulla costa di Eraclea ha fatto i maggiori danni. L’erosione costiera ha diverse cause, alcune generali e altre locali. Tra le cause generali vi è l’aumento della temperatura del pianeta che ha provocato il discioglimento dei ghiacciai e conseguentemente l’aumento della massa d’acqua. Altra causa è la riduzione dell’apporto detritico attraverso i fiumi. I detriti arrivano in mare durante la stagione invernale. Ma se noi abbiamo cementificato i fiumi e sottratto le sabbie a monte, la quantità di detriti che arriverà in mare sarà certamente minore. E poi ci sono le cause locali: le sabbie si spostano con le correnti. La corrente marina trasporta le sabbie come se fosse un grande Tapis Roulant (nelle nostre zone da ponente a levante durante l’estate e da levante a ponente durante l’inverno). Se tutto va bene grosso modo le sabbie ritornano all’origine e le spiagge restano in equilibrio. Se invece qualcosa si frappone in questo movimento dinamico delle sabbie, le stesse non torneranno mai più all’origine. Ed è quello che è successo ad Eraclea Minoa. Qualche decennio fa è stato costruito – a levante di Eraclea – il porto di Siculiana. Oggi questo porto è diventato un grande posteggio poiché si è completamente insabbiato. Dopo aver fatto dei saggi di carotaggio abbiamo dimostrato che le sabbie di Eraclea sono rimaste intrappolate lì. I danni che ha provocato questa situazione sono doppi: abbiamo perso circa 200 metri in profondità di costa ad Eraclea negli ultimi 30 anni (circa 150 metri di spiaggia e più di 50 metri di boschetto) e abbiamo perso l’uso di un porto (quello di Siculiana). Dopo le dure battaglie portate avanti da Mareamico lo scorso inverno la regione Sicilia ha stanziato più di 4 milioni di euro per cercare di salvare Eraclea.
Quanta spiaggia è sparita dagli anni 80 ad oggi?
150 metri circa.
E quanto bosco è sparito?
50 metri circa.
Il business dei rifiuti in provincia di Agrigento. I cittadini pagano prezzi altissimi per i rifiuti ed hanno le città sporche e invivibili, pagano l’acqua e sono all’asciutto…
I rifiuti e l’acqua sono i 2 più grandi business e le 2 più grandi carenze nel sud d’Italia ed in particolare in provincia di Agrigento. Dietro si nascondono grandi interessi privati che purtroppo non hanno migliorato il servizio. Ancora oggi nel 2018 la provincia di Agrigento non ha l’acqua h24 ed ancora è in funzione la mega discarica di Montallegro.
Che cosa non è stato fatto per l’ambiente in Sicilia?
Per l’ambiente in Sicilia è stato fatto pochissimo, sotterriamo ancora i rifiuti, le nostre miniere chiuse danno ospitalità a rifiuti pericolosi e forse anche quelli radioattivi. I nostri mari sono inquinati perché i depuratori non ci sono e quelli che ci sono non funzionano ed ora, da qualche mese, ci becchiamo pure le multe comunitarie milionarie per la mancata depurazione delle acque reflue (circa 40 milioni di euro di arretrati e 350 mila euro al giorno)
Tu sei uno studioso, un appassionato. Mi affascina sentire parlare delle correnti, analizzarne, studiarle. Ho la sensazione che tu sia molto avanti…
Questa è una scienza parecchio affascinante e molto imprecisa. I miei studi universitari sono stati diversi, spesso passo i pomeriggi presso studi ingegneristici che mi spiegano le dinamiche delle correnti. Grazie a questi studi qualche anno fa sono state costruite 3 barriere soffolte nella zona tra Lido Rossello e Scala dei Turchi che in pochissimo tempo hanno ripristinato le spiagge che erano scomparse e salvato la costa di marna.
Esistono in commercio tue pubblicazioni?
No.
I fiumi sono cementificati, il mare soffre per l’aumento del calore. Che cosa possiamo fare per recuperare l’ambiente prima che sia troppo tardi?
Le variazioni climatiche sono già in atto ed hanno manifestato già i loro danni, ma il peggio deve ancora venire. Purtroppo i grandi del mondo (con Trump in testa) pensano all’oggi e non al domani e quindi si aspettano tempi peggiori.
Le strade dell’agrigentino sono trazzere, la viabilità è perduta, basti guardare la Palermo Agrigento per rendersi conto della Via Crucis che bisogna fare ogni giorno. Eppure molti politicanti da strapazzo hanno costruito le loro miserabili carriere lasciando il paese in questo stato di agonia…
La politica del bisogno è sempre stata in auge in Sicilia…
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Nessun progetto particolare, ma la continua collaborazione con il mondo politico (che a quattrocchi ti dà ragione, ma poi non fa nulla per rimediare) con suggerimenti ed indicazioni. Da qualche settimana collaboro con il Governo nazionale per cercare di rendere disponibili ed utilizzabili le carrette del mare che arrivano mediante gli sbarchi fantasma, invece di distruggerle, come prevede l’attuale legge. E col Governo regionale per far partire la riserva naturale di Punta Bianca, dopo 22 anni dalla presentazione della proposta.