Lo scatto mostra un topo morto in Via Zaccagnini, dove come nella maggior parte del territorio favarese, i turni della fornitura idrica sono lunghi più di dieci giorni. E’ ipotizzabile, quindi che il povero animale sia morto per la sete?
Del resto, gli umani si sono attrezzati già da tempo con le vasche di accumulo per fronteggiare un disservizio che non ha fine, presente in ogni stagione e in qualsiasi condizione. Ma i poveri animali non hanno scampo abituati ad abbeverarsi lungo i fiumiciattoli che si formano quando “arriva l’acqua”. “Arriva l’acqua” è una espressione che oltre lo stretto nessuno capirebbe. Detta a un milanese, a un romano la prima cosa che farebbero è scrutare il cielo per intravedere un temporale in arrivo. Da noi “arriva l’acqua” è quando arriva nei rubinetti. Una bella differenza davvero.
Al momento, l’acqua arriva ogni dieci giorni e oltre. Siamo preoccupati per i topi e per i cittadini.
Pensate, a Favara gli animali forse muoiono per la sete e, per ironia della sorte, nel giardino d’ingresso della sede di Girgenti acque, prosperano anitre, oche, pavoni, galline, ma Marco Campione, si chiedono gli utenti, nella sua Girgenti acque che vasca di accumulo ha? Ce lo faremo dire!
Ad ogni modo, la notizia è che a Favara l’acqua arriva ogni 10 giorni e oltre e Girgenti acque invita al risparmio idrico. A proposito di strani inviti, come si fa a risparmiare un bene che non si possiede? Come dire ad un povero di risparmiare, ma che deve risparmiare?
Intanto, si farebbe bene sostituire i topi con i cammelli più adatti alla gestione di Girgenti acque.