Una marcia silenziosa che vuole distruggere il silenzio omertoso.
È iniziata con queste parole pronunciate da Don Marco Damanti, parroco della Chiesa Santi Apostoli Pietro e Paolo di Favara, che ha organizzato assieme alla Comunità ecclesiale e al Consiglio pastorale cittadino la “Marcia per Gessica”. La città ha risposto all’appello e in diverse centinaia che man mano sono sicuramente qualche migliaio si sono radunati in piazza Angelo Giglia per iniziare la marcia.
Man mano che il corteo andava percorrendo il tracciato stabilito si ingrossava sempre più. In testa al corteo unitamente ai parroci ed i responsabili del Consiglio pastorale anche le massime istituzioni cittadine, la sindaca Anna Alba e la sua giunta, il Presidente del Consiglio Comunale Salvatore Di Naro e diversi consiglieri ed esponenti politici; i Tenente dei Carabinieri Giovanni Casamassima, il comandante della Polizia municipale Gaetano Raia, il mondo culturale e dell’associazionismo e soprattutto i cittadini, tantissimi con interi nuclei famigiali per essere vicini ai familiari di Gessica e soprattutto ai suoi 4 bambini.
Il corteo si è snodato per il tracciato già prefissato da Piazza Giglia fino ad arrivare in via Ambrosini dove c’è l’abitazione di Giuseppa Caramanno la mamma di Gessica dove abita anche la ragazza scomparsa. Il silenzio dicevamo è stato l’elemento dominante della marcia, così come richiesto dalla Chiesa. Ma è stato un silenzio assordante che vuole scardinare l’omertà, invitare chi eventualmente sa qualcosa a rivelarlo.
Ed è stato questo anche l’appello lanciato dalla si da Anna Alba. Per i familiari a parlato con i giornalisti il convivente Filippo Russotto con accanto uno dei figli avuti con Gessica: “Mi dicono che sono arrabbiato, impulsivo e che forse a volte parlo” forte” – ha detto – e come dovrei essere non avendo alcuna notizia ad un mese dalla scomparsa della madre dei miei figli”.
Sul fronte delle indagini il Tenente Giovanni Casamassima non si è sbilanciato più di tanto, confermando che il lavoro non è mai stato interrotto, il controllo delle telecamere, l’analisi dei tabulati telefonici. Ecco a chi eventualmente sa qualcosa si chiede di collaborare e la marcia di questa sera aveva anche questo scopo.