Adà, basta! Non può perdurare il fatto della telefonata agli uffici competenti per vedere spuntare il netturbino.
Adà! Che ci siamo inventati l’operatore ecologico a chiamata? Il servizio va reso nel rispetto del capitolato d’appalto senza se e senza ma.
Ribadisco che chiamati i responsabili comunali del servizio è immediato l’intervento delle ditte che gestiscono il servizio. Effettuato il lavoro in risposta al reclamo, l’indomani tutto torna come prima e così a distanza di mesi si ripete la telefonata e l’arrivo dei nostri eroi. Non può essere! Il mio diritto non deve essere una sorta di “favuri”.
Come è che noi favaresi dobbiamo reclamare, senza mai assistere ad interventi diretti e autonomi da parte di chi controlla o gestisce il servizio?
Si formano i fiumi d’acqua lungo le strade cittadine e dobbiamo chiamare Girgenti acque, per fare nome e cognome, Paolo Criscimanno, sempre disponibile, per carità, ma dobbiamo chiamarlo noi e non chi controlla il territorio, che ad aspettarlo rischieremmo di annegare o di uscire di casa con le barche. Se il netturbino non si vede per mesi nel nostro quartiere, dobbiamo chiamare il Comune. Noi dobbiamo sempre chiamare a babbo morto, ci fosse una volta di un solo intervento a babbo vivo. C’è un abuso edilizio sotto il naso di tutti? Bene! Tutti hanno occhi tranne i controllori.
Ma torniamo al netturbino “a chiamata”. Ieri sera, in una conversazione telefonica, l’assessore Giuseppe Bennica fa sapere che ha iniziato ad applicare le contestazioni alle ditte che gestiscono il servizio e a formalizzare le penalità previste dal capitolato d’appalto. Sarà la fine du favuri. Del resto, sono pagati per un lavoro che deve essere reso a regola d’arte e la telefonata non è prevista se non per casi assolutamente eccezionali, non deve essere la regola.