Abbiamo già scritto delle ville cittadine e degli spazi verdi chiusi perché “pericolosi” a causa della mancanza di manutenzione, dei necessari interventi da parte del Comune che non ha un centesimo da destinare a questo importante settore. Villa “Pompeo”, Villa “Padre Pio”, Villa “Giufà e i Paladini” tutte chiuse e abbandonate a se stesse e non fruibili dai cittadini.
Ma c’è una Villa che è rinata, riportata a nuova vita, ritornato ad essere centro di aggregazione e incontro per grandi e piccini. E’ Villa Gaspare Ambrosini che dopo un lungo periodo di obblio dopo gli splendori della sua inaugurazione (l’allora assessore Giuseppe Piscopo li ricorderà certamente con piacere) fu abbandonata a se stessa e fatta oggetto di atti vandalici facendola diventare simbolo dell’inefficienza amministrativa e di degrado urbano.
Da esattamente un anno Villa Ambrosini è ritornata a nuova vita. Era infatti il 31 ottobre 2017 quando la Sezione di Favara del C.I.F, Centro Italiano Femminile, presidente Antonella Morreale, prese in consegna lo spazio verde dal Comune, in virtù della delibera del Consiglio comunale la n° 22 del 27/ 03/ 2013 che aveva regolamentato l’affidamento degli spazi pubblici di proprietà comunale alle Associazioni operanti nel territorio che ne facevano richiesta.
Sono iniziati così i lavori di “pulizia” da parte dei volontari dell’associazione, di messa in sicurezza e di abbellimento con la collocazione di piante e fiori. Restailing con conseguente piena fruizione da parte dei cittadini ma anche con l’organizzazione di manifestazioni ed eventi: il Presepe vivente, Associazioni in festa , Campus estivo e l’eccezionale Rassegna teatrale conclusasi qualche giorni fa. “Tutti i proventi delle varie manifestazioni – ci dice Antonella Morreale – sono stati utilizzati per rifare i cancelli, il bagno, le luci , sistemare le aiuole e abbellire con piante e fiori il giardino. Il tutto – continua la presidente CIF – è stato coordinato e monitorato dal dirigente del settore architetto Giacomo Sorce e dal responsabile del Servio dottor Gerlando Parisi”.
Insomma si è creata subito una bella sinergia, pubblico-privato, che, nonostante le mille difficoltà che non mancano mai, ha fatto sì che la Villa Ambrosini ritornasse agli antichi splendori. “L’associazione pur essendo prevalentemente al femminile – precisa Antonella Morreale – deve dire grazie a volontari come Antonio Vaccaro, Antonio Vetro, Luigi Zagarella, Tebaldo Mazza ed altri amici che si sono spesi affinché questo sogno si avverasse”.
E la favola continua!