Ieri un servizio giornalistico di “Quarto grado” ha descritto Favara come una sorta di capitale della prostituzione. E il bello della storia è che gli intervistati non si sono fatti riprendere dalla telecamera, spaventati da che cosa?
Come a significare che ogni occasione è buona, in altre è stato detto che Favara è una città di mafiosi, anche per la mancata partecipazione della gente alla presentazione di un libro sulla mafia. Ma i favaresi, io tra questi, gridano mettendoci la faccia che la mafia è una montagna di merda. Allo stesso modo diremmo, qualora fosse vero, che la nostra città è la capitale della prostituzione. Perché incappucciarsi, dove è il problema. Chi esclude che la scomparsa di Gessica possa essere legata anche al particolare fenomeno? Chi non vuole parlarne?
Favara è stata, in passato, un centro in mano alla mafia, coperta dalla generale omertà. Oggi non è più così, la città cerca il suo riscatto ed esporta un messaggio positivo di eccellenze in tanti e diversi settori della cultura e dell’economia. La gente si aspetta di essere aiutata nel suo riscatto con il riconoscimento delle cose buone piuttosto di andare cercando con tanta fatica i fatti negativi e quando non si trovano ci si camuffa e si fanno vedere ruderi abbandonati descrivendoli come case chiuse.
Certamente, la realtà favarese non è immune del fenomeno della prostituzione come in qualsiasi città, ma non ci sono lucciole a passeggio sui marciapiedi e lo stesso servizio giornalistico di “Quarto grado” ha ripreso, dicevamo, immobili abbandonati e fatiscenti indicati dagli “incappucciati” come luoghi di prostituzione.
Il fenomeno c’è, ma certamente non merita i riflettori nazionali. E se proprio si vuole cercare la notizia con il clamore nazionale, Favara è un ottimo catalogo. C’è il fenomeno dell’abusivismo edilizio che ha visto, in particolare negli anni ’80 e ’90, triplicare il fabbisogno abitativo. C’era chi costruiva abusivamente e c’era lo Stato che si girava dall’altra parte rispetto alla costruzione. Viceversa come si spiegherebbe un patrimonio immobiliare tre volte tanto l’esigenza abitativa.
Altro argomento interessante è l’erogazione dell’acqua che nelle migliori delle ipotesi si verifica per poche ore ogni quattro giorni. Questo potrebbe essere un ottimo argomento per un confronto con l’opinione pubblica nazionale, magari condito dal fatto che l’acqua a Favara costa molto di più rispetto alla media italiana. E raccontare ai connazionali di oltre lo Stretto che la Regione applica all’utenza il canone di 8 milioni di euro.
Perché non parlare di Cuffaro, Lombardo, Crocetta e Musumeci e il piano rifiuti regionale e poi raccontare ciò che accade a Favara e nell’agrigentino.
Ma su tanti temi così importanti, l’informazione è andata a puttane.