Non una semplice cena ma un evento letterario-culturale-gastronomico che ha avuto come protagonista la Sicilia ed i suoi sapori così come descritti da Andrea Camilleri nei suo romanzi con protagonista iil Commissario Salvo Montalbano.
Grazie all’iniziativa “A tavola con il Commissario Montalbano”, inserita nel progetto “dal mare alla terra” promosso dalla Regione Siciliana, Assessorato alle attività produttive e realizzata da “Italia Iniziative” in collaborazione con il Comune di Porto Empedocle e l’Istituto alberghiero “G. Ambrosini” di Favara, il commissario più amato dagli italiani, e non solo, è ritornato nella sua Vigata.
Nel corso della serata, condotta da Totò Collura, sono stati fatti degustare agli ospiti alcuni piatti tipici della cucina siciliani, descritti da Camilleri nei vari romanzi con protagonista Montalbano, e preparati dagli alunni dell’istituto alberghiero di Favara con la giuda dello chef Angelo Trupia, che ha spiegato passo passo le varie pietanze agli interessatissimi ospiti.
A completare l’eccellente format gli interventi dell’attore agrigentino Francesco Naccari che hanno creato l’atmosfera giusta, accompagnando le portate con l’interpretazione del testo di riferimento negli scritti di Camilleri. L’enologo e vice presidente nazionale Onav Gianni Giardina, ha introdotto i commensali alla degustazione dei vini inserititi nel particolare menù.
La serata è stata arricchita anche con la proiezione di filmati della fiction televisiva con i brani relativi proprio al momento in cui Salvo Montalbano lascia da parte le inchieste e si sofferma a gustare le pietanze che gli prepara Adelina o che mangia nella trattoria di Calogero.
Presenti alla serata i responsabili di Italia Iniziativa, Peppe Sorce e Peppe Matina, la sindaca di Porto Empedocle Ida Carmina, la dirigente scolastica dell’Ambrosini Milena Siracusa, unitamente ad operayori culturali, economici e del turismo.
Il Commissario Montalbano è diventato ormai uno dei più importanti veicoli di promozione della Sicilia, della sua cultura, del suo mare, della sua archeologia e, perché no, anche della sua gastronomia, in una sola parola della sicilianità. Occasioni che debbono essere colte al volto e sfruttate per la crescita del nostro territorio