Pochi giorni prima della revoca della sua delega, l’assessore Rossella Carlino aveva comunicato che era stato risolto il problema del guasto alla cabina elettrica di alimentazione della piscina comunale di contrada Pioppo e con il ritorno dell’energia elettrica il Comune era pronto a riattivare il servizio, attendendo solo il riempimento delle vasche e la piscina poi potrà essere fruita dagli utenti.
Era il 13 novembre scorso. Ad un mese da quelle dichiarazioni la piscina non solo non è aperta ma di acqua nelle vasche non ce ne neanche una goccia. Evidentemente la causa della mancata apertura dell’impianto non era sono il guasto elettrico, ma come avevamo scritto in altre occasioni a determinate la chiusura della piscina di contrada Pioppo a Favara è determinante il contenzioso aperto tra il Comune di Favara e la Ditta Alaimo costruzioni, ESCO del Comune.
Così scriveva la Ditta al Comune: “La E.S.CO, come già comunicato in precedenza, non procederà alla riattivazione di alcun servizio, ne tantomeno alla messa in funzione di alcun impianto ….per i chiari ed evidenti motivi già manifestati a più riprese a mezzo comunicazioni formali, ovvero al ripetuto irreversibile inadempimento del committente”.
E che le cose sono più complicate di quanto si voglia forse far credere lo dimostra il decreto ingiuntivo promosso dalla Alaimo costruzioni per il pagamento di lavori relativi alla riqualificazione e gestione degli impianti tecnologici della piscina comunale, inclusa la fornitura di energia elettrica e termica in esecuzione al contratto di Partenariato Pubblico-Privato stipulato tra la Ditta Alaimo ed il Comune di Favara nell’aprile del 2014. Il Comune aveva anche tentato una transazione per chiudere la controversia, ma non è andata in porto, per cui come evidenziato nella determina sindacale pubblicata all’albo, la n. 70 del 05/12/2018, ha disposto di costituirsi in giudizio per opporsi al decreto ingiuntivo.