Sono convinto che senza l’intervento del Prefetto di Agrigento, con l’interdittiva a Marco Campione, e della Magistratura che ha passato e continua a passare a setaccio tutta l’attività di Girgenti acque, nulla sarebbe cambiato nel panorama del servizio idrico integrato, staremmo ancora parlando della risoluzione del contratto con il gestore.
Ma i signori sindaci non dovrebbero stare all’ombra del Prefetto e della Magistratura, a loro spetta il compito di amministrare un servizio che è, come nel passato recente e remoto, inadeguato e costosissimo.
Marco Campione si è dimesso da presidente di Girgenti acque ed è intenzionato a uscire definitivamente dall’azienda con la vendita delle sue azioni. A tal proposito, i sindaci che fanno capo al Voltano, società per azioni con capitale pubblico e socio di Girgenti acque, si sono chiesti se l’ex presidente definirà la compravendita delle azioni del Voltano completandone il pagamento o rinuncerà al suo proposito, anche in considerazione dei troppi debiti di Girgenti acque? E poi, se vuole già vendere le sue azioni perché comprare quelle del Voltano?
Intanto i sindaci dei Comuni di San Biagio Platani, Sant’Angelo Muxaro, Sant’Elisabetta, Raffadali, Joppolo, Aragona, Comitini, Favara, Agrigento e Porto Empedocle non ne fanno un problema e, nulla di strano, aspettano gli eventuali provvedimenti del Prefetto di Agrigento e della Magistratura.
Intanto, il servizio idrico che si auspica l’utenza non può essere definito dal Prefetto e dalla Magistratura.
Occorrerebbe, dunque, progettare e programmare una nuova gestione del servizio, compito esclusivo della politica.
Pur con le dimissioni di Campione e la nomina del Commissario, l’acqua all’utenza arriva quando arriva e per questa ragione non può essere potabile. Ciò che arriva puntuale è la salatissima bolletta, con dentro i costi di un servizio inadeguato e di una depurazione quasi inesistente.
Signori sindaci andiamo oltre o continuiamo a perdere tempo?