Le scrivo la presente, nella qualità di legale della società ESCO Alaimo Costruzioni S.r.l. per effettuare delle precisazioni in merito all’articolo pubblicato in data 12 dicembre, avente ad oggetto una nota pervenutale da parte del Comune di Favara e degli assessori che si stanno occupando della piscina comunale.
Al fine di evitare fraintendimenti, occorre innanzitutto evidenziare che ad oggi la Alaimo Costruzioni Srl non ha mai ricevuto alcun pagamento da parte del Comune di Favara per il servizio di gestione della piscina comunale: ciò sebbene il Comune abbia regolarmente incassato per quasi due anni i proventi degli ingressi, dei ticket e degli abbonamenti dell’utenza e delle associazioni sportive.
Allo stesso modo, durante tutto questo periodo ed ancor prima che la società decidesse di attivare il contenzioso per il recupero del credito, sono stati numerosi gli incontri tenuti dai miei assistiti con i vertici dell’amministrazione, e già nel 2017 il Comune aveva garantito ripetutamente che avrebbe effettuato dei pagamenti in realtà mai effettuati.
Nonostante ciò la Alaimo Costruzioni srl ha continuato per oltre un anno e mezzo a mantenere aperta la struttura continuando a sostenere tutte le spese di gestione senza alcun corrispettivo.
Pertanto, nel confermare che sono state portate avanti da entrambe le parti, con scrupolo e pazienza, delle trattative finalizzate alla bonaria composizione della controversia, si deve tuttavia smentire quanto riportato nella nota del Comune, nella parte in cui si afferma che“da una verifica contabile si denota che l’intero importo richiesto dalla ESCO non è dovuto“.
In proposito, tralasciando il merito delle questioni giuridico-processuali sottoposte all’attenzione del Giudice incaricato del contenzioso, si precisa che la stessa difesa giudiziale proposta dall’Ente si limita a contestare solo una parte degli importi vantati dalla società nel decreto ingiuntivo, riconoscendo implicitamente l’esistenza di un debito nei confronti della stessa.
Tanto più che la società è stata di fatto costretta ad attivare la procedura ingiuntiva per ottenere quanto spettante ed il Giudice ha ritenuto la sussistenza delle condizioni per ordinare al Comune di pagare le somme richieste dalla mia assistita.
Né il mandato di pagamento che il Comune afferma di avere emesso a saldo delle fatture relative al 2017 può dirsi satisfattivo delle pretese economiche avanzate dalla Alaimo Costruzioni per un triplice ordine di ragioni: innanzitutto l’ammontare del mandato di pagamento è inferiore alle somme fatturate per l’anno 2017; in secondo luogo, il mandato di pagamento è stato emesso solo alla fine di quest’anno per un servizio iniziato oltre un anno addietro ed in difformità all’impegno assunto dal Comune di pagare le fatture entro 45 giorni dall’emissione del documento contabile; in terzo luogo perché nessun pagamento è stato previsto per l’anno 2018, che ormai volge al termine.
Pertanto, che il Comune sia stato inadempiente nei confronti della Esco è un dato di fatto difficilmente confutabile, tanto che ad oggi la società, lo si ribadisce, non ha ancora ricevuto nulla, nè il Comune ha pagato alcuna fattura.
Si precisa inoltre, a differenza di quanto affermato nella nota del Comune, che non v’è alcun motivo o “problematica” o norma di legge conosciuta dalla mia assistita che impedisca il pagamento delle fatture emesse.
Nonostante la disponibilità sempre manifestata dalla mia assistita, cui ha fatto seguito il serio ed encomiabile impegno profuso dagli assessori Caramazza e Sciortino, non si può dunque immaginare che l’attività gestionale della piscina possa proseguire in assenza di corrispettivo per il servizio reso, anche alla luce degli ingenti investimenti realizzati e dei costi necessari al mantenimento della struttura.
Certo che comprenderà i motivi delle precisazioni esposte, le porgo cordiali saluti.
Avv. Federico Lentini, legale della ESCO Alaimo Costruzioni Srl