Recentemente, ci siamo occupati di Via delle Muse dove scorrono a cielo aperto i liquami; di Via Agrigento all’altezza della Via San Valentino interessata al singolare e paradossale fenomeno delle acque nere che fuoriescono dalle
abitazioni in occasione delle piogge e che arrivano fino in Via Crispi anche con il bel tempo; di Esa Chimento con i lavori iniziati e non completati e con un ulteriore schiacciamento della condotta che doveva essere riparata in tempi brevi ed invece ancora si aspetta.
Oggi parliamo di Via Umberto, dove, strano a dirsi, a cadenza trimestrale sprofondano tratti di strada interessati al sotterraneo passaggio della condotta delle fogne. L’importante arteria di collegamento è, tra l’altro, interrotta da circa un mese. Mentre dal mese di Novembre scorso si disperdono i liquami a cielo aperto a valle di Via delle Muse e lo stesso accade nella zona Esa Chimento.
Come funziona il “gioco”? Al verificarsi di una voragine, di un’avvallamento si mettono le transenne e il tempo
sembra fermarsi così come il traffico automobilisti e pedonale. L’anno scorso a sbloccare la situazione di Via delle Muse, dove transita il 70 per cento delle fogne di Favara, è stata la Tenenza dei Carabinieri che ha chiesto l’intervento dell’Arpa.
Ovviamente, in questi casi e in una città normale i carabinieri sono gli ultimi ad intervenire, a Favara che nulla ha di normale si invertono i soggetti e gli organi responsabili delle salute pubblica stanno a guardare. Chi guarda? Sicuramente l’amministrazione comunale con il sindaco in testa, primo responsabile della sicurezza e della salute dei sui concittadini; l’Asp che non può non sapere lo stato dell’arte della condotte fognarie della città; l’Ambito idrico della provincia ché dovrebbe essere informato dall’amministrazione comunale e dal gestore del servizio; Girgenti acque che dovrebbe considerare urgenti i lavori che comportano un rischio per la salute dei cittadini e per l’ambiente.
La collettività dovrebbe essere informata, giorno dopo giorno, sui danni e sui tempi di riparazione attraverso comunicazioni del gestore del servizio idrico integrato, ma anche dagli uffici comunali preposti.
Il datore di lavoro, ripeto in una città normale, è il cittadino che paga le tasse e delega la sua rappresentanza attraverso il voto. Al cittadino tutti gli attori devono dare conto e ragione del loro operato, altro che cazzi.
Invece, già gli scatti pubblicato la dicono lunga sul trattamento riservato ai favaresi.