Dal Vangelo secondo Luca (Lc 4,1-13)
In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».
Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.
Nella mia permanenza in Marocco, conobbi un ragazzo del Camerun, facemmo amicizia a tal punto che mi propose di fargli da padrino il giorno del suo battessimo. Un bella storia quella di Rodrigo che magari vi racconterò un’altra volta. Nelle nostre lunghe e intese chiacchierate mi raccontò di come attraversò il deserto per ben due volte. Aridità, solitudine, fame e sete, ma anche la tenacia e la forza di volontà di uscire da quel luogo per poter realizzare il sogno di farsi una famiglia, di avere un lavoro.
Ricordo che mi raccontò che come Gesù anche lui ha avuto le tentazioni: tentazione di mollare, di lasciarsi morire, la tentazione di fare quasi un compromesso con se stesso che se riusciva ad uscire dal deserto avrebbe approfittato di ogni minima cosa che la vita gli avrebbe messo davanti.
Nel cammino della vita che possiamo paragonare al deserto, ci sono oasi dove tutto è verde, fiorente, dove l’acqua non manca e dove ci si può rinfrancare, non mancano però i miraggi che possono risultare fuorvianti e pericolosi.
Le tentazioni di Gesù, sono le nostre tentazioni. Oggi difficilmente si parla di tentazioni: dopo aver digiunato quaranta giorni, è o non è legittimo accettare un pane anche se nasce da ciò che prima è una pietra? Oggi in un contesto dove stiamo attraversando da anni una crisi economica che limita e sottopone intere famiglie a sforzi immani per poter andare avanti è legittimo accettare un pezzo di pane anche se viene da situazioni poco trasparenti?
Dicevo, oggi non parliamo più di tentazioni, perché ciò che una volta lo erano oggi sono desideri o azioni legittimate da una logica umana che non ha nulla a che fare con la logica di Cristo che vince le tentazioni perché ha ben chiara la sua missione liberatrice che lo porterà alla croce ma anche alla resurrezione. Sta scritto, ma io ti dico.
Quante vole abbiamo avuto e continuiamo ad avere la tentazione di mandare a vafa…rti benedire un fratello e una sorella? Mentre qualche anno fa era visto come un atto irrispettoso, oggi è legittimo tanto che qualche “profeta” ha proprio istituito una giornata dedicata a mandare tutti a quel paese. L’altro non conta nulla fino a quando non è fonte di guadagno, occasione per diventare qualcuno e avere il potere. Potere di spadroneggiare, e arricchire.
I latini solevano dire, Carpe diem, cogli l’attimo. Sono parzialmente d’accordo: bisogna avere chiaro qual è la meta che mi sono prefissato, chi è il mio modello di vita, se voglio vivere per dare un serio contributo, per vivere meglio nella comunità oppure vivermi una vita all’insegna della paura che porta alla chiusura del cuore, all’egoismo e all’avidità.
Credo sia necessario cogliere l’attimo che ti agevola a fare del bene, ad andare incontro all’altro per costruire la civiltà dell’amore smantellando lo stile divisorio che si respira.
Dove c’è divisione certamente non c’è Dio, c’è colui che ti dice che tutto è legittimo, che tutto è giusto, che tutto è bello ed è naturale. La domanda nasce spontanea diceva un noto giornalista televisivo: tutto ciò che è bello, naturale e buono piace a Dio ed è legittimo? L’uomo non smetterà mai di scansare Dio per prendere il suo posto. Questa è la tentazione più grande.
Gesù è simile a noi fuorché nel peccato: anche lui è stato provato in ogni cosa. Non è facile vivere rettamente ed essere se stessi, la Parola incarnata nella nostra vita ci aiuterà a far sì che nel deserto ci siano oasi dove poter condividere ciò che è buono e bello perché viene da Dio.
Questo periodo quaresimale cogliamo l’attimo per ascoltare il Signore, pregare, far a meno di tante cose che pensiamo siano necessarie, aiutiamo gli altri che sono in difficoltà e soprattutto cerchiamo di liberarci da tutte quelle situazioni che non ci rendono davvero liberi. Abbiamo quaranta giorni per poter risorgere con Cristo a vita nuova.
Buon cammino!