IL REDDITO DI CITTADINANZA VALE PIU’ DI TANTI REDDITI DA LAVORO.
“Questa condizione di povertà è determinata dal fatto che ci sono tanti lavoratori che, nel settore dei servizi commerciali, di ristorazione, di pulizie e alberghieri, sono obbligati dal bisogno ad accettare di lavorare in nero: senza tutele infortunistiche, senza salario contrattuale e senza contributi”. A parlare è Salvina Mangione segretaria provinciale di Filcams Cgil di Agrigento ed è esattamente l’amara realtà agrigentina.
“Poi ci sono quelli – continua Mangione – che hanno un contratto per poche ore di lavoro settimanale, ma lavorano gratis tante altre ore aggiuntive a quelle previste, sotto il ricatto dei licenziamenti per cui si lasciano sfruttare pur di non perdere il povero reddito che racimolano”. Il quadro è questo, responsabile principale la politica nostrana, nella stragrande dei casi, vorace, ignorante e inconcludente, del passato e del presente.
“Ovviamente, tutto questo ha una pesante influenza sia sul futuro pensionistico di migliaia di persone che, prima potevano contare sulla “pensione al minimo” ed ora sperano nella pensione di cittadinanza che per quello che si sa, non eleva a 780 euro gli attuali minimi pensionistici e gli assegni di invalidità civile perché non sono considerati pensioni, ma sussidi.
Tra l’altro, avendo, sia pure, un contratto povero non possono dimettersi per “sfruttare” il reddito di cittadinanza perché esclusi in quanto possessori, comunque, di un reddito da lavoro.
E’ evidente che in questo quadro chi è disoccupato e avendone le condizioni previste dalla legge, preferisce cercare di ottenere il reddito di cittadinanza piuttosto che cercare un lavoro povero .
Diciamolo con chiarezza, la lotta alla povertà si realizza attraverso un piano straordinario di investimenti pubblici che trascinano quelli privati che privilegi la infrastrutturazione e la manutenzione del sud che coniughi sia il rispetto dei datori di lavoro dei contratti insieme alla dignità del lavoratore: questa si sarebbe una svolta per qualsiasi governo nazionale e regionale che ad oggi non è in atto.
Se la crisi di crescita dell’economia (siamo in stagnazione o in recessione?) si riflette sul mercato del lavoro bisogna guardare e sfruttare le potenzialità che pur ci sono e non puntare ai sussidi, ai bonus, né con la svalorizzazione del capitale umano.
Agrigento ha grandi potenzialità, tra l’altro, più volte richiamate dal Segretario della CGIL Massimo Raso, in ultimo, nell’incontro col Cardinale, ma queste vengono lasciate colpevolmente inerti dalla classe dirigente che governa Comuni e Regione”.
Tutto chiaro per tutti, eppure non si fa nulla e il poco che si fa spesso è inopportuno. E così restiamo poveri in una terra ricca di cultura e di bellezze ambientali.