Quando sono arrivata in questa città era l’anno delle grandi scoperte per me, delle novità.
Era il 2016, un colorato e sensazionale Aprile che dopo un anno trascorso a Milano mi vedeva tornare nella mia amatissima Sicilia, direzione Favara.
Arrivavo da un periodo di grandi speranze, di grandi occasioni; un periodo di formazione complesso pieno di momenti importanti, di difficoltà ma anche di tanta, tantissima voglia di riscatto.
Volevo darmi la possibilità di rendere concreta la realizzazione di un sogno: dare alle mie aspirazioni tutto lo spazio possibile, in un luogo dove la bellezza dell’arte e della cultura si incontrasse col pubblico e si trasformasse in condivisione.
Così scopro che a Favara (non riuscivo nemmeno a localizzarla la posizione di questa città sulla mappa geografica della regione- non ne conoscevo l’esistenza) c’era un luogo in cui due creativi, due cultori, due incredibile geni dell’arte contemporanea avevano deciso di concretizzare qualcosa di semplicemente fuori di testa: un posto bello in una città rovinata dall’abbandono e dalla noncuranza.
Un posto meraviglioso che nasceva dalle rovine, dall’abbandono, dalla depauperazione che il tempo aveva messo in ogni angolo di quel cortile antichissimo, un cortile che chissà quanti bambini aveva visto nascere, chissà quante persone aveva visto migrare e chissà quanta sofferenza aveva sentito nel tempo.
Così, nel bel mezzo di una cittadina che somigliava ad un pandispagna distrutto dal forno troppo caldo, trovo lei: Farm Cultural Park , una prateria di idee buone nutrite da loro, Andrea e Florinda, il simbolo e l’esempio di un carisma che sta trasformando una società attraverso l’immagine della speranza, attraverso l’idea che è possibile lasciare nel mondo un segno positivo, un sistema di attitudini e comportamenti più sani e più generosi verso un’intera società e verso il mondo.
Da circa quattro anni a questa parte, Favara è diventata la mia seconda casa, le persone di Favara dai grandi occhi e dal grande cuore, sono diventati degli amici il cui tavolo ha sempre un posto pronto per me.
Sono grata ad una città il cui passato racconta molti momenti drammatici e il cui presente testimonia il desiderio di unirsi ad un’armonia di riscatto e di rinascita.
Farm Cultural Park mi permette di incontrare molte persone ogni anno, il lavoro che svolgo mi da il privilegio di conoscere artisti, volontari, sostenitori e visitatori che da ogni parte del mondo arrivano per conoscere l’opera artistica e sociale compiuta da Andrea e Florinda e io, ogni volta che racconto la storia di questa mirabile impresa, mi sento privilegiata, cittadina di un mondo che viene qui davanti ai miei occhi, dentro al Cortile dei Sette Cortili.
Favara è una città fortunata perchè sarà un esempio sociale di grande importanza e di fatto, grazie alla scuola d’Architettura per bambini, o alla scuola per Prime Ministre donne lo è già.
Sarà un hub di grandi sperimentazioni i cui esiti miglioreranno le generazioni future trasformandole in cittadini migliori e coscienti dell’importanza di avere cura della propria città, intesa come unico spazio di condivisione reale e di convivenza armoniosa.
Sarà un piccolo grande sistema di concetti che renderanno più creativi i bambini di oggi e i professionisti di domani.
Farm è un concetto di pace possibile.
Di un mondo più bello con dentro persone più libere.
Mariacristina Di Carlentini
29, Giugno 1989, Siracusa