Porto Empedocle, la situazione del costone si sta aggravando a causa del continuo cedimento del terreno a monte che si aggiunge alla massa franata giorni fa, determinando una maggiore pressione sui fabbricati.
“È urgente – ci dice Vincenzo Mula, proprietario dell’appartamento a primo piano dell’immobile sgomberato – intervenire per togliere questa terra prima che la pressione provochi danni strutturali al fabbricato.
Ma per togliere la terra a valle bisogna lavorare in sicurezza. A tal fine è necessario che si crei almeno un gradone a monte che freni lo scivolamento. Sino a ieri tutto era fermo.
L’aggravamento della situazione ha accelerato tutto. Ieri sera al complesso residenziale sono arrivati la sindaca, il responsabile dell’ufficio tecnico e i vigili del fuoco.
Oggi, per verificare la possibilità di intervenire con enti pubblici, quali Protezione civile o Genio civile, è stata indetta dal Prefetto una riunione urgente, alla presenza del Comune e del Vigili del fuoco. È indispensabile che da questa riunione esca una soluzione che in prima battuta salvi almeno il fabbricato, rinviando in un secondo momento la definitiva soluzione del problema, con il risolutivo intervento del commissario straordinario per l’emergenza idrogeologica Nello Musumeci, attraverso uno stanziamento di somme ingenti per l’intervento della Protezione civile. Intervento già chiesto dal comune che ha quantificato in € 300.000 i costi di una messa in sicurezza dell’area”.
La sindaca c’è e c’è il Prefetto. Sono a fianco dei proprietari e cercano una soluzione per le 50 famiglie coinvolte di cui 10 sloggiate, quello che si aspetta è l’intervento risolutivo da parte della Regione. E qui si apre una considerazione, quasi dovuta. Oltre lo Stretto e ancora più al Nord, quando accade una simile calamità è un corri, corri di istituzioni, si aprono i borsoni e si interviene in tempi celeri, dallo Stretto verso Sud vorremmo assistere allo stesso fenomeno. Nel caso specifico, ad un Governo regionale che dica “presente”. Che agisca oggi e non domani, quando maggiori saranno i danni, così come i costi.
E non c’è solamente, e non è poco, il danno a 50 famiglie, perché è anche in pericolo la viabilità a monte con la via Vincenzella, importante arteria stradale a rischio certificato da un verbale di sopralluogo del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Agrigento pervenuto il 27 marzo scorso nel quale si evidenzia che “La frana, originatasi per scivolamento a valle di una notevole massa di detriti distaccatisi a monte del pendio, si è addossata sulla facciata dell’edificio, rendendo di fatto indisponibili gli alloggi ricadenti nel predetto edificio E provocando lo sfondamento n. 4 aperture di box affacciantisi su un’area di pertinenza condominiale”.
Inoltre viene specificato che: “Sulla zona sommitale del costone, sulla via denominata Vincenzella, insistono delle abitazioni ubicate in prossimità dell’area di inizio della frana, che potrebbero essere interessate dal dissesto idrogeologico, in assenza di urgenti interventi atti ad eliminare la citata presenza di acqua, che potrebbe avere originato il fenomeno franoso. Pertanto risulta necessario provvedere, sotto la direzione di tecnico qualificato, alla verifica di stabilità di tutto il pendio, ed all’esecuzione di tutti i necessari lavori per la messa in sicurezza del costone, al fine di prevenire ulteriori più gravi smottamenti che, nel tempo, possono pregiudicare anche la stabilità del soprastante asse viario di via Vincenzella. In particolare modo si invita ad una attenta verifica delle opere di smaltimento delle acque piovane del pendio, nonché all’ esecuzione dei lavori per un regolare convogliamento delle stesse”.
E’, dicevamo una situazione di elevato allarme che dovrebbe essere aggredita tempestivamente da parte di tutte le istituzione, ben sapendo che un solo anello della catena blocca tutto il processo di messa in sicurezza dei luoghi.
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