Incontriamo Totò Maiorana nato a Palermo nel 1952 all’interno delle antiche fornaci Maiorana che ha ristrutturato con la sua famiglia. Salvatore Maiorana ha conseguito il diploma di geometra. Adesso è in pensione. Ha lavorato come macchinista teatrale presso il Teatro Massimo di Palermo.
Le antiche fornaci sono un pregevole esempio di archeologia industriale salvato dall’abbandono e fruibile dalla città di Palermo e non solo. La calce è stata usata abbondantemente nel dopoguerra per la costruzione di abitazioni senza struttura portante. La fabbrica iniziò l’attività nel 1945, in quell’area denominata feudo Barca e poi acquistata nel 1799 dal principe Belmonte. S. Maiorana acquisì dal Principe di Belmonte alcuni territori attorno alla storica villa dell’Acquasanta. L’attività proseguì fino al 1968.
La struttura in parte fuori terra è caratterizzata da cunicoli sotterranei percorsi da binari sui quali scorrevano i carrelli con il materiale. Vi sono inoltre il palazzo padronale, un magazzino, le stalle per i cavalli, un frantoio, un silos per i materiali inerti, con i vagli. Il calcare veniva estratto dalle falde del Monte Pellegrino ed era trasportato dall’impianto da una ventina di carretti trainati dai cavalli. Durante la cottura il materiale in blocchi veniva immerso in fornaci dove era trasformato in calce e portato in superficie con i carrelli. La fabbrica impiegava 10 adulti e 10 carusi. Negli ultimi tempi la stampa italiana ha mostrato grande interesse per le antiche fornaci Maiorana che sono state inserite nell’iniziativa Le Vie dei Tesori. Un giornalista dopo aver vistato le fornaci ha scritto:-“Tutto è oggi avvolto in un silenzio innaturale, ma con un piccolo sforzo della nostra fantasia si possono udire il clangore degli strumenti, l’ansito delle ciminiere, il rombo delle fiamme, botti e tonfi, voci concitate in un’epoca nella quale per i lavoratori non esistevano né reti di protezione né misure di sicurezza”(…).
Da quando esistono queste fornaci?
Le fornaci risalgono intorno al 45. Le proprietà sono state acquistate dai principi Belmonte nel 1943 e da mio nonno che qui ha impiantato la sua attività imprenditoriale quali la produzione della calce viva e la produzione innesti per calcestruzzo.
Fino a quale anno ha funzionato l’attività industriale?
L’attività si è protratta fino al 1968. Poi la città si era espansa e non era più concesso estrarre la materia prima dalla cava alle falde del monte Pellegrino il calcare carbonato di calcio e quindi si è dovuto per forza maggiore soppiantare l’attività.
Le antiche fornaci hanno ospitato il presepe vivente da qualche anno a questa parte ed è stato un enorme successo?
Il successo di pubblico, di gente comune, di addetti ai lavori è stato veramente superiore alle nostre aspettative. Ci siamo trovati quasi in difficoltà perché all’inaugurazione abbiamo avuto più di 600 persone che con grande sforzo siamo riusciti a gestire.
In cosa consiste la magia delle fornaci?
Il posto desta un certo fascino in quanto è ricco di storia perché è insito in un territorio dove insistevano le cave Castellana attive nel 700 che hanno fornito i conci di tufo per realizzare quei palazzi che venivano costruiti in quel periodo a Palermo.
Come si presentava la zona delle fornaci 10 anni fa?
Dieci anni fa quando noi avevamo pensato di riportarla alla luce e quindi mantenere viva la memoria storica che per noi era molto significativa, c’era un po’ da scoraggiarsi. Il nostro intento era talmente vivo che ci abbiamo messo tutta la nostra energia affinchè il posto riacquistasse la sua importanza e venisse valorizzato per come veramente merita.
Questa estate, quest’anno quali iniziative sono previste nelle antiche fornaci?
Al momento abbiamo avuto delle visite guidate con degli eventi di tutto rispetto, tra i quali una tavola rotonda con il compianto Sebastiano Tusa che ci manca molto. A breve avremo la visita di 40 docenti universitari che terranno un corso di aggiornamento. Giorno 5 Maggio avremo la visita del Rotary Club di Palermo. Poi abbiamo un programma da definire che è quello di realizzare alcuni concerti di musica classica e alcuni concerti di musica medievale.
Le fornaci sono state il set di qualche film sulla Sicilia?
No. In verità abbiamo avuto diverse proposte. Quando dovevano girare la storia del giornale L’Ora è stata presa in considerazione questa location, poi la scelta è caduta su un altro luogo: lo Spasimo.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro legati alle antiche fornaci?
Che il posto che merita tanto possa essere reso fruibile dal pubblico e che diventi patrimonio della Comunità. E’ bene che tutti conoscano attraverso questo posto quello che era l’attività industriale del passato e una certa filosofia di vita che al momento è stata soppiantata dalla globalizzazione.
Giuseppe Maurizio Piscopo