Giuseppe Maurizio Piscopo
Caterina Trimarchi è nata a Messina nel 1952. Ha frequentato l’istituto magistrale e ha avuto la fortuna di trovare lungo il suo percorso scolastico alcuni insegnanti straordinari dei quali ancora oggi conserva un piacevole ricordo. Quando si è sposata ha lasciato la sua città natale per andare a vivere in Abruzzo dove ha avuto l’opportunità di entrare a pieno titolo nel mondo della scuola. La maggior parte dei suoi anni di servizio l’ha svolta nella scuola elementare “Giovanni Ingrassia” di Palermo dove ha insegnato prevalentemente lingua italiana ed ha avuto l’incarico di occuparsi dei progetti extracurricolari a carattere artistico quali la pittura, la ceramica, la cartapesta e il teatro, per il quale, ha sempre realizzato costumi e scenografie.
Quando hai deciso che avresti fatto la maestra?
La mia passione più grande è stata sempre la pittura ed avrei voluto intraprendere la carriera artistica e frequentare un istituto d’arte , ma i miei genitori, pur riconoscendo le mie doti, mi hanno consigliato di iscrivermi alle Magistrali… mi dicevano che essere “un’artista” non mi avrebbe garantito un futuro! Avevo diciotto anni quando ho messo piede per la prima volta nell’aula di una scuola nella periferia di Messina, una grande emozione… (era una prima elementare) e quegli occhietti che mi guardavano con un misto di timore, ammirazione e rispetto, mi hanno fatto sentire la persona più importante della terra… e allora ho deciso che sarei diventata una maestra!
Che cosa resta ai bambini della loro maestra?
Credo che resti un ricordo indelebile. La maestra è come il primo amore!
Un bimbo che, per la prima volta, lascia la sua mamma per andare a scuola è come un uccellino che deve spiccare il suo primo volo … ha bisogno di sicurezza, di fiducia… di sapere che è in buone mani! L’insegnante ha il “dovere” di fargli amare la scuola facendo del lavoro di ogni giorno un’ esperienza unica ed entusiasmante. Se un insegnante riesce a fare tutto questo, al di là degli insegnamenti e dei programmi da svolgere, non sarà mai dimenticato!
Che cosa è rimasto in te dei bambini ai quali hai insegnato, come si allacciano le scarpe e come bisogna stare a tavola?
Mi è rimasta tanta gratitudine, ad ognuno di loro devo qualcosa… perché vedi, maestri non si nasce, si diventa… sono i bambini stessi ad indicarci la strada.
Entrare nel loro mondo è un’ esperienza affascinante che impone giorno dopo giorno di migliorarci, di essere sempre all’altezza del compito, di non deluderli mai… di cercare sempre nuovi spunti, di suscitare curiosità e trasformare in puro divertimento anche una“noiosa” lezione di grammatica io di aritmetica. Se sono riuscita a diventare una brava maestra lo devo a loro!
Sono felici i bambini di oggi?
Ogni generazione vive il suo tempo… noi eravamo felici di giocare per strada, di avere un giocattolo solo a Natale, di trascorrere le vacanze dalla nonna… i bambini di oggi hanno tutto, ma non credo che la loro sia vera felicità! Spesso hanno genitori troppo ansiosi o assenti che ignorano totalmente i veri bisogni dei loro figli e credono che accontentarli in tutto sia il massimo del loro dovere! I bambini hanno bisogno di attenzioni, di dialogo, di valori veri…e anche di qualche ”no” che li induca alla riflessione, che li porti alla consapevolezza che per avere qualcosa bisogna meritarsela.
Perché nessun ministro si è mai reso conto della grande importanza della scuola dell’infanzia, sanno cambiare solo i nomi buona e cattiva scuola… A quell’età i bambini possono apprendere moltissimo: musica, inglese, numeri, informatica. E invece?
Sono stata un’insegnante di scuola materna nei primi anni della mia carriera e posso affermare che l’apprendimento a quell’età è sorprendente. Ho potuto constatare che i bambini che non avevano frequentato la scuola dell’infanzia partivano piuttosto svantaggiati .
I ministri non possono rendersene conto perché prima di fare i ministri in qualsiasi campo dovrebbero fare esperienza o quanto meno cercare di documentarsi, ma a dire il vero, quando hanno cercato di migliorare la scuola hanno sempre ottenuto l’effetto contrario… a partire dal premio incentivante!
Ci sono ancora le maestre che portano il carbone?
Vorrei che non ce ne fossero mai state e che non ce ne siano in futuro, ma purtroppo qualcuna l’ho conosciuta durante la mia carriera! La maestra che porta il carbone è l’antidoto alla motivazione e all’interesse nonché alla serenità dei bambini ed è risaputo questi elementi sono alla base di ogni forma di apprendimento.
I genitori riescono ad ascoltare le esigenze vere dei loro figli?
Ormai vanno tutti di fretta o sono troppo impegnati con i cellulari… si lavano la coscienza colmandoli di regali o accontentandoli sempre e comunque. I genitori di oggi ignorano che il bambino ha bisogno di buoni esempi, di essere educato a gioire delle piccole cose ed a capire che nulla è dovuto, dovrebbero educarli al rispetto per se stessi e per gli altri!!!
Quale ricordo è rimasto in te dopo aver lasciato i bambini che avevi seguito giorno dopo giorno, vedendoli crescere e maturare?
Ho dei ricordi meravigliosi che conservo gelosamente nel mio cuore, ricordi legati a tutte le emozioni che mi hanno suscitato… come quella di essere riuscita a far parlare una bambina che era rimasta in silenzio per tanti anni, o ancora, di avere portato sul palcoscenico e con ottimi risultati bambini timidissimi con difficoltà di comunicazione. Ho ancora l’immagine di un bambino così timido che non riusciva neppure a chiedermi il permesso di andare in bagno, ma alla fine dell’ultimo anno di scuola ha recitato egregiamente Zi’ Dima dentro la giara! Ricordo anche le lezioni giocose, anche intercalate da qualche battuta in siciliano, che suscitavano ilarità, ma che servivano a rendere più attraente l’argomento,… ne andavano matti!
Piangono ancora i bambini il primo giorno della prima e l’ultimo giorno della quinta?
Si… alcuni ancora lo fanno, piangono i primi giorni finché non si sentono al sicuro. In quanto all’ultimo anno forse oggi un po’ meno, ma io ho il ricordo di una cena di fine anno in pizzeria che faceva invidia ad un funerale… in quella occasione ho scritto un pensiero ad ognuno di loro (erano circa 50)! Non l’avessi mai fatto! Nel leggerli avevo la voce rotta dall’emozione e i loro sorrisi si sono trasformati in fiumi di lacrime irrefrenabili…
E’ vero che le maestre di oggi sono Barbara D’Urso e Maria De Filippi che non conoscono nemmeno le nozioni basilari della geografia e soprattutto le regole basilari della buona educazione?
Penso che questo tipo di trasmissioni… che purtroppo sono seguite dalle mamme influenzino negativamente le nuove generazioni offrendo modelli di vita falsati secondo i quali per “essere” “ bisogna “apparire”.
Cosa non deve mai fare una maestra con i bambini?
Una brava maestra non deve mai scoraggiare i bambini, non deve assolutamente farli sentire degli incapaci, ma gratificarli sempre anche per i più piccoli progressi.
Come si può spiegare la violenza quotidiana contro le donne?
Anche questo fenomeno, oggi purtroppo molto frequente, è da imputare all’educazione e al tipo di valori trasmessi dalla famiglia…se i bambini vengono educati al rispetto altrui non saranno mai dei violenti.
Che cos’è la felicità?
La felicità è essere in pace con se stessi e avere la consapevolezza di non avere sprecato neanche un giorno della propria vita.
Come ti trovi lontana dai bambini, sinceramente cosa ti manca di più?
Non sento la mancanza della scuola, ma mi piace ricordare e rivivere, attraverso le foto, i momenti più belli ed emozionanti del mio lavoro di docente, perché alla fine sono le esperienze e le emozioni che rimangono vive nel tempo. No, non mi manca la scuola… e quando penso al lavoro svolto durante la mia carriera, non provo nostalgia, ma la piacevole consapevolezza di avere fatto del mio meglio e oltre, in quanto ho dato ai bambini anche la possibilità di esprimersi attraverso i vari linguaggi dell’arte… come la pittura, la ceramica, la danza e il teatro… tutte esperienze che li hanno aiutati nella loro crescita personale.
Cosa possono insegnare i bambini agli adulti?
I bambini possono insegnarci tanto! Se guardassimo il mondo con gli occhi dei bambini sicuramente sarebbe migliore. I bambini nascono privi di condizionamenti e sono dotati di entusiasmo e spontaneità, sono liberi, curiosi… guardano il mondo con stupore scoprendo la vera essenza delle cose. Anche noi adulti dovremmo soffermarci all’essenziale cercando di andare oltre la materialità, oltre le apparenze e le diversità … solo così potremmo vedere il mondo per come dovrebbe essere!
Tu sai disegnare in una maniera unica al mondo. Da chi hai appreso le tecniche e l’uso particolarissimo del colore?
Non esageriamo! Come ho detto prima, non ho frequentato nessuna scuola d’arte… fatta eccezione per un anno di frequenza all’Accademia di belle arti in età adulta… ma sin da piccola disegnavo con facilità qualunque cosa ed ho scoperto di avere una grande passione per la pittura. Posso dire che la tecnica e l’uso del colore li ho sperimentati negli anni anche attraverso i laboratori artistici che mettevo in atto per i bambini, le innumerevoli scenografie che realizzavo per i progetti teatrali… ma ho ancora molto da imparare!
Che cosa può dare il disegno a un bambino?
Il disegno è una forma di linguaggio e, come tale, è un importante strumento di comunicazione, un’essenziale tappa dello sviluppo emotivo. Attraverso la scelta del colore e dei tratti, il disegno svela lo stato d’animo del bambino, i suoi conflitti personali e familiari. Come diceva Van Gogh “il disegno è l’atto di aprirsi un passaggio attraverso un muro di ferro invisibile che sembra si trovi tra ciò che si sente e ciò che si può fare”.
Ti svelo un segreto: una volta ho chiesto al bidello di non cancellare la lavagna. Avevi disegnato la primavera e gli alberi davano la sensazione di muoversi veramente con il vento. Poi qualcuno ha cancellato il disegno ed io ci sono rimasto malissimo e per tre giorni non ho salutato il bidello…
Si è vero…Io disegnavo spesso alla lavagna e ne uscivano fuori dei bei quadri che i bambini cercavano di copiare interpretandoli in maniera personale e sorprendentemente originale… uno dei tanti, ad esempio, la “Notte stellata” di Van Gogh.
Qual è l’ultimo libro che hai letto?
“Il mio paese inventato” di Isabel Allende
Secondo te esiste veramente la competizione fra le maestre?
Credo che la competizione possa essere positiva se stimola a fare sempre meglio il proprio lavoro, a progettare a ricercare… la cosa peggiore invece il “non voler fare e non volere che gli altri facciano” cercando di ostacolare o denigrare il lavoro di un collega perché consapevoli di essere incapaci o semplicemente perché restii ad impegnarsi.
Nelle case dei siciliani ci sono TV a 60 pollici e pochissimi libri. Come si può leggere questa tendenza?
In tempi meno remoti la gente leggeva libri o giornali per informarsi, per passare il tempo, o anche per un semplice piacere. Ora con televisione, computer, videogiochi e quant’altro si è seppellita questa “cultura” un po’ per il fatto che oggi la gente conduce una vita frenetica e stressante e la sera preferisce rilassarsi guardando un bel film o giocando con la Play Station. La lettura richiede concentrazione e immaginazione ed è sicuramente più impegnativa. La tecnologia ha usurpato il potere alla carta stampata…adesso tutto quello che si vuole sapere viene digitato sulla tastiera dalle ricette di cucina alle notizie del giorno… è inevitabile che ci si allontani sempre più dalla lettura.
Che lavoro fanno i tuoi alunni?Molti si sono laureati, alcuni hanno trovato lavoro in Italia, altri all’estero, qualcuno si è arruolato in marina… ma tutti hanno trovato la loro strada.
Qual è il regalo più bello che hai ricevuto da un bambino?
Ho ricevuto tanti sorrisi, tanti “ti voglio bene”, mi sono sentita chiamare “mamma” tantissime volte, mi hanno dedicato poesie, canzoni e disegni…è difficile dire qual è il regalo più bello! Ma ho tre episodi da raccontare che hanno lasciato un segno indelebile nel mio cuore:
“Una festa di compleanno a sorpresa”
Era il giorno del mio compleanno e nel pomeriggio sento suonare il citofono e nel rispondere sentii un vocina che mi chiese: Maestra, la tua casa è grande?
– Si, risposi. Perché?
– Allora possiamo salire! Replicò.
Non riuscivo a capire , ma quando ho aperto la porta si è elevata all’unisono l’esclamazione “Auguriiiiii” ed ho visto il pianerottolo invaso da tante faccine sorridenti, fiori, vassoi di dolci e quant’altro sono rimasta senza parole! Mi hanno obbligato a sedermi sul divano hanno apparecchiato ed imbandito la tavola mettendo al centro una bellissima ed invitante torta , bibite, patatine …Un’emozione che non so descrivere! Un altro bel regalo che ho ricevuto è stata la partecipazione di un intera classe alla mostra organizzata dall’Accademia di Belle Arti… i bambini, accompagnati dai genitori, si sono presentati con un enorme mazzo di rose gialle e blu e sono stati intervistati da un importante funzionario del Miur che avendo gradito oltremodo l’invasione dei piccoli, fece notare quanto gli inusuali visitatori fossero un segnale positivo per accrescere l’interesse per l’arte nelle future generazioni.
E infine la visita inaspettata da parte di un alunno, ormai ultra trentenne che vive in Canada, il quale al citofono ha detto semplicemente: maestra sono ******posso salire?
Era tornato a Palermo per una breve vacanza presso i parenti ed ha avuto il piacere di rivedermi…abbiamo chiacchierato per tutto il pomeriggio come vecchi amici che si erano persi di vista!
I genitori si scagliano contro le maestre, contro le dirigenti, contro i bidelli come fossero i loro nemici. Che cosa succede nella testa delle persone con chi ce l’hanno?
Non saprei dirlo! Non è un fenomeno che è esploso all’improvviso, ma che forse è cresciuto pari passo con il cambiamento della scuola, delle leggi sulla sicurezza, il potere dei genitori all’interno dei consigli d’istituto. La scuola manca di momenti di aggregazione, di sereni dialoghi con i genitori, di sorrisi, di feste, di momenti conviviali dove genitori, insegnanti e alunni possano percepire di essere parte della stessa famiglia con l’unico obiettivo di cooperare ed adoperarsi per il bene dei bambini per istruirli ed educarli.
I bambini possiamo educarli alla bellezza?
Si ….certo! Sin da piccoli devono essere educati ad osservare e riflettere sulla bellezza che ci circonda, alla meraviglia, allo stupore … a gioire per il volo di una farfalla o per un fiore appena sbocciato. Bisogna tirarli fuori dalla superficialità e dall’indifferenza a cui in mondo di oggi li ha abituati. Educarli alla bellezza affina la loro sensibilità e incide positivamente sulla loro sfera emotiva rendendoli più partecipi, più curiosi, più motivati, più inclini alla ricerca e alla scoperta, ma soprattutto capaci di amare se stessi e gli altri.
Come si svolge la tua vita da pensionata?
La pensione è una tappa molto importante della nostra vita e deve essere vissuta come un inizio, un punto di partenza verso nuovi traguardi.
La prima cosa di cui ci si rende conto è che si è finalmente padroni del proprio tempo… alzarsi al mattino ed assaporare un caffè in completo relax e non guardare più l’orologio è già una conquista! Il segreto per vivere bene la pensione è dedicarsi alle proprie passioni infatti dedico il mio tempo alla pittura, frequento laboratori di danza… ascolto musica e quando posso mi concedo un viaggio.
Una domanda personale: cosa pensi del lavoro che abbiamo fatto insieme a Lucia Cantale del gemellaggio con i bambini di Sesto fiorentino?
È stata una bellissima esperienza che ha lasciato dei ricordi indelebili non solo nei ragazzi, ma anche in noi docenti! Il viaggio in treno (per molti di loro era la prima volta!), l’incontro con i bambini di Sesto con i quali i nostri alunni avevano avuto, fino ad allora, solo una conoscenza epistolare… e poi l’accoglienza e la disponibilità dei colleghi fiorentini… la mostra di pittura che abbiamo allestito nel salone della scuola di Sesto per far conoscere le bellezze dei nostri paesaggi…e infine la grande emozione dello spettacolo al teatro della Limonaia, dove abbiamo portato in scena il Cantastorie, i nostri balletti folkloristici e i canti tipici della nostra Sicilia (ricordo che mi sono emozionata fino al pianto quando i nostri bambini accompagnati dal suono della tua fisarmonica hanno cantato “Vitti na crozza”). Credo che gli insegnanti come noi abbiano veramente educato alla bellezza senza aver mai stilato un progetto ben specifico… perché la bellezza era nel nostro animo, nelle nostre azioni, nella passione che mettevamo in ogni iniziativa.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Dipingere, viaggiare e ballare , ma anche stare con la mia famiglia e soprattutto con i nipotini che adoro!