Il Consiglio comunale di Favara sceglie di essere parte attiva nel percorso di individuazione di un nuovo servizio idrico in previsione del dopo Girgenti acque e convoca una seduta per il prossimo 28 Maggio alle ore 18,30 invitando le associazioni a difesa dell’acqua pubblica e dei consumatori, prendendo spunto dalle dimissioni della sindaca Anna Alba dal direttivo dell’Ati idrico di Agrigento per non esserne complice “nel perdere tempo”.
Favara è una delle 27 città della provincia di Agrigento che, nel totale rispetto delle normative, ha consegnato le reti idriche e fognarie all’Ati idrico ed è, nello stesso tempo, il paese tra i più penalizzati, negli ultimi 12 anni, dal servizio idrico integrato.
Prima del 2007, la città gestiva in proprio il particolare servizio, mentre affidava l’approvvigionamento idrico al Voltano, la società a capitale pubblico nella quale possiede a tutt’oggi una quota azionaria. Il servizio, in passato, era quello che è pressappoco oggi, c’era e c’è la turnazione idrica quasi mai inferiore ai cinque giorni, il depuratore non era a norma e non lo è anche oggi sottoposto come è al sequestro giudiziario.
In estrema sintesi, in circa 12 anni non si sono registrati apprezzabili miglioramenti, anzi sul fronte della depurazione la situazione è peggiorata, con l’inquinamento ambientale verificato e certificato dall’Arpa in occasione del recente sversamento in Via delle Muse. E mentre il servizio non è migliorato, i costi sono quasi raddoppiati con il passaggio dal regime forfettario, 280 euro all’anno per utenza, alla misurazione con il contatore, mediamente 400 euro l’anno. Ovviamente, il misuratore idrico è un fatto di civiltà, ognuno deve pagare ciò che consuma, ma il servizio deve essere h24, in modo da conteggiare gli effettivi consumi e non la fornitura. Chiarisco meglio il concetto, il contatore dovrebbe misurare il consumo ad apertura di rubinetto, mi lavo le mani, faccio la doccia e il contatore conteggia il consumo, a Favara, invece, conteggia l’acqua che arriva nei recipienti in poche ore per la riserva settimanale, con il rischio di non avere una reale misurazione per l’aria nelle condotte che non sono in pressione h24 e per l’eccessiva quantità da conteggiare in poche ore. Su queste problematiche il Coordinamento Titano a difesa dell’acqua pubblica si è battuto come un leone, mentre l’Ambito non ha risolto il problema.
Alto costo e servizio non adeguato sono le caratteristiche.
Oggi Girgenti acque è un’azienda agonizzante per la sua indebitata situazione finanziaria e per i provvedimenti antimafia emessi dal Prefetto di Agrigento e il conseguenziale commissariamento, mentre da anni i sindaci dell’Assemblea dell’Ati idrico parlano di scioglimento del contratto con la società per inadempienza, senza mai arrivare alle conclusioni.
E’ necessario e urgente progettare il dopo Girgenti acque. A fronte dell’urgenza si perde tempo al punto tale che per protesta, recentemente, la sindaca di Favara, Anna Alba, si è dimessa dal direttivo sbattendo la porta.
Il prossimo giorno 28, il Consiglio comunale in una seduta importantissima affronterà l’argomento e il risultato dell’incontro con le associazioni a difesa dell’acqua pubblica e dei consumatori è sicuramente atteso dalle altre città della provincia, dal Prefetto di Agrigento e dai commissari prefettizi di Girgenti acque.