Dal presidente del circolo LiberArci di Favara Pasquale Cucchiara, riceviamo una riflessione sul risultato delle Elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo.
“Il risultato delle elezioni europee a Favara ci consegna un quadro politico diverso rispetto alle ultime politiche del 4 marzo e, per certi versi, ha ribaltato le forze in campo.
Ma il vero vincitore è l’astensione. Solo 8.877 favaresi si sono recati alle urne, ovvero appena il 34% degli aventi diritto. Questo fenomeno può essere letto sotto una triplice chiave di lettura:
1) il mancato accorpamento delle europee con il referendum su Favara ovest.
2) Purtroppo, moltissimi dei nostri giovani, con un’età compresa fra i 18 e i 34 anni (lo dice la fondazione migrantes!), risultano residenti a Favara ma domiciliati, spesso per lavoro o per studio, al nord Italia e dunque, di fatto, sono impossibilitati ad esercitare questo sacrosanto diritto.
3) A queste considerazioni, aggiungiamo l’astensione “reale” che rappresenta un grido di dolore verso la società di oggi.
Tuttavia, piaccia o meno, bisogna fare i conti con questi numeri e, servendoci di essi, proveremo ad immaginare alcuni scenari plausibili in vista delle prossime comunali.
Il centro destra unito (Forza Italia, Lega e Fratelli D’Italia) raggiungerebbe 4329 voti (51,81%) e sarebbe, senza se e senza ma, la coalizione più quotata a vincere le prossime elezioni comunali.
Il centro sinistra (PD e “La sinistra”) raggiungerebbe “solo” 1272 voti (15,23%) e non risulterebbe, numeri alla mano, una coalizione competitiva. Il M5S, senza alleanze politiche o civiche, diventerebbe poco competitivo.
Personalmente, ritengo che, il voto del centro destra, Lega in primis, sia un voto molto liquido. Non a caso, la campagna elettorale non è mai decollata e non abbiamo avuto il piacere di partecipare a nessuna iniziativa politica, volantinaggi, dibattiti, polemiche… insomma il nulla assoluto a parte qualche estemporaneo post su Facebook. Dunque, l’elettorato è mutevole e le politiche prima e le Europee oggi, ci hanno dimostrano come qualsiasi risultato politico, positivo o negativo che sia per le forze in campo, può essere stravolto nel giro di un anno o, addirittura, di pochi mesi.
Il centro sinistra, seppur in difficoltà dal punto di vista elettorale, è presente sul territorio, interviene, dibatte, si riunisce, partecipa ma raccoglie poco… forse perche ha lasciato ai populisti temi fondamentali come il salario minimo, l’ambiente, pensioni etc etc.
Lo stesso M5S, nonostante il vistoso calo, ha tuttavia retto il colpo perché dispone di un apparato reale e, con tanti limiti, presente. Il centro destra, invece lavora sotto traccia, quasi nel buio, per cui risulta impercettibile e colpisce negli appunti più importanti ed è sempre più sbilanciato a destra.
La sinistra, per colmare questo gap, deve ricucire il campo progressista adottando politiche radicali, forti e decise”.
Pasquale Cucchiara