È una storia, purtroppo, tristemente attuale che riguarda anche alcuni stati, definiti “civili”, degli USA. È la storia di Gregory Summers accusato e condannato perché ritenuto il mandante dell’uccisione dei genitori adottivi e dello zio.
Greg, nonostante si professò innocente, venne ugualmente condannato a morte il 21 agosto del 1991 (un anno dopo l’assassinio della sua famiglia) nonostante non ci fu mai alcuna prova, veramente inconfutabile, delle sue responsabilità sull’omicidio.
Oggi, in Italia, la pena capitale viene percepita come un tema lontano. Per i libri di storia, il primo studioso che condusse un’analisi politica e giuridica contro la pena di morte e la tortura fu Cesare Beccaria con la pubblicazione, nel 1764, di “Dei delitti e delle pene”. In realtà, senza nulla togliere al buon Cesare, il primo studioso a scrivere contro la pena capitale fu nel 1580 il palermitano Argisto Giuffredi, con la pubblicazione del libro “Avvertimenti cristiani ai miei figli”.
Tuttavia, anche il favarese Salvatore Bosco scrisse nel 1988 un libro intitolato “Considerazioni sulla pena di morte”. Secondo Bosco tutti hanno diritto di accedere all’inarrestabile processo educativo e quindi ad emendarsi. Uno Stato che priva un criminale, chiunque sia, di questo diritto, compie lo stesso atto di una vendetta privata attuata sub specie legalitatis. Insomma, il suo impegno civile, come ho provato ad argomentare nella mia ultima pubblicazione dal titolo “Salvatore Bosco, il filosofo del popolo ” ( edito Medinova) che sia la pena di morte che l’ergastolo non mirano all’inserimento del condannato nella società.
Ritorniamo alla storia di Greg. Il texano, durante gli anni della sua detenzione nel carcere di Huntsville mantenne, per 10 anni, una fitta corrispondenza epistolare con gli studenti della scuola media di Navacchio “L. Russo” che provarono anche a salvargli la vita raccogliendo più di 700 firme. Fu tutto inutile. Greg, prima di essere ucciso il 25 ottobre del 2006, espresse il desiderio di essere tumulato in Toscana; precisamente a Cascina (PI), in quel paese dove Greg trovò una vana speranza appellandosi al fatto che proprio quella terra fu la prima al mondo, per volontà del Granduca Pietro Leopoldo, ad abolire la pena capitale e la tortura nel novembre del 1786. Oggi, sulla sua tomba aleggia un monito, un avvertimento, un richiamo: dal braccio della morte all’abbraccio di Cascina.
Pasquale Cucchiara