L’operazione che ha portato all’arresto di sei spacciatori, denominata “Fortino” proprio per le cautele con cui operava l’organizzazione che era in grado, per un certo periodo, di esercitare una sistematica e capillare azione di controllo di una porzione del centro storico di Favara, è stata avviata nel marzo di quest’anno dai Carabinieri della Tenenza di Favara. A chiedere l’aiuto dei militari diversi residenti e operatori commerciali della zona esasperati dal mercato a cielo aperto della droga che erano diventati alcuni vicoli del centro storico della citta chiaramontana.
I militari hanno così iniziato a pedinare i sospettati. Ma i vicoli erano presidiati da vere e proprie vedette che informavano gli spacciatori di ogni singolo movimento. I Carabinieri hanno dovuto quindi industriarsi, salendo sui tetti delle case del centro storico, da lì hanno filmato, di notte e di giorno, i traffici dei pusher e gli edifici abbandonati utilizzati dalla banda per nascondere la droga. Diverse telecamere sono state disseminate nella zona nascondendole negli anfratti più impensabili.
Quindi il controllo discreto dei numerosissimi giovani che, all’uscita di scuola o prima di andare a fare l’aperitivo, si avventuravano volutamente tra i vicoli per acquistare le dosi di “roba” ha poi costituito un prezioso riscontro dell’attività di spaccio in corso.
Ne è emerso un quadro desolante, gli investigatori hanno appurato un allarmante ritorno in voga dell’eroina, una droga devastante. La sostanza veniva ceduta a numerosi tossicodipendenti della zona, i quali, poi, si fermavano a consumare la droga all’interno di alcuni edifici diroccati indicati dagli stessi pusher. Uno dei dati più impressionanti che hanno colpito gli investigatori è stata altresì la determinazione e la sfrontatezza con cui il sodalizio operava indisturbato.
Il giro di affari complessivo registrato nel corso dell’intera operazione è stato stimato in oltre 35 mila euro, se si considera che ogni giorno aveva luogo una media di 20 scambi di stupefacente, per oltre 30 grammi di roba smerciata e con un guadagno medio di circa 500 euro per ogni giornata “lavorativa”. I Carabinieri sono in stretto contatto con le autorità competenti al fine di agevolare l’avvio di una graduale attività di recupero e messa in sicurezza dell’area interessata dalle indagini.
Intanto, la sindaca di Favara, Anna Alba, ringrazia l’Arma e la locale Tenenza “che ogni giorno – ci dice – afferma la presenza dello Stato nella nostra città. Compiaciuta, voglio anche ringraziare i miei concittadini che hanno collaborato per arrivare al successo dell’operazione portata avanti dei Carabinieri.