Riaperta l’indagine sul ragazzino 12enne di Favara vittima innocente di un agguato di mafia.
L’indagine, come scrive oggi Franco Castaldo sul quotidiano LA SICILIA, è stata riaperta dalla DDA di Palermo anche a seguito del clamore mediatico del docu-film di Gero Tedesco “Quasi 12 – Nessun colpevole”. I tre avvisi di garanzia e contestuale richiesta di interrogatori sono stati firmati dal sostituto procuratore della Repubblica di Palermo Alessia Sinatra, notificati dalla Squadra Mobile di Agrigento guidata da Giovanni Minardi, che si occuperà anche dell’interrogatorio. Gli avvisi riguardano i fratelli Pasquale e Gaspare Alba e Vincenzo Quaranta, tutti di Favara. Sempre la Squadra mobile di Agrigento, scrive ancora il giornalista Franco Castaldo, ha ricevuto delega di indagine sull’omicidio di Stefano Pompeo tornato prepotentemente alla ribalta della cronaca nell’aprile scorso con la proiezione di un docu-film di Gero Tedesco sull’assassinio del piccolo Pompeo, ma anche da un’inchiesta giornalistica de “La Sicilia” pubblicata agli inizi dello scorso maggio.
Caposaldo della vicenda investigativa, secondo quanto riportato da LA SICILIA, è Maurizio Di Gati, l’ex boss di Racalmuto che, una volta pentitosi, raccontò per filo e per segno quanto sapeva in relazione all’omicidio del ragazzino, indicando persino i nomi di chi, a suo parere, materialmente partecipò all’agguato. E da queste dichiarazioni sono ripartite le indagini. Fascicolo riaperto e Di Gati nuovamente sentito, acquisite anche le dichiarazioni inedite di Giuseppe Quaranta, il favarese che recentemente si è pentito e che pare che sul delitto sapèpia più di un particola-re.