“LA SICILIA E IL SUD NON POSSONO PAGARE ULTERIORI CONSEGUENZE DI SCELLERATE POLITICHE ECONOMICHE”.
“Il futuro dibattito sull“Autonomia Regionale Differenziata” deve poggiare su due concetti equi sull’intero territorio nazionale, sanità e pubblica istruzione, capisaldi costituzionali su cui qualsivoglia modello di riordino delle autonomie deve sposare. Ricordo inoltre che la Sicilia, già autonoma per “statuto negato”, ha pagato sin troppo negli ultimi anni le politiche economiche scellerate dello Stato a fronte di funzioni pienamente svolte dal 1947.
Il crisma pattizio dello statuto siciliano, infatti, impone un’attenta riflessione e soprattutto rispetto dei dettati costituzionali. Tale allarme, già lanciato da altre Regioni del Sud, deve essere ascoltato con attenzione, in particolare sui processi di trasferimento delle funzioni in assenza di un quadro regolamentare economico che individui pienamente il soddisfacimento degli obiettivi di finanza pubblica. Questo è il risultato della Lega al governo, un’azione barbara, tesa all’impoverimento del Sud, visto sempre più oggi come una colonia di voti e domani di interessi economici non chiari. L’Autonomia che ci rappresenta non può cedere il passo ai coloni, abbiamo l’obbligo di porre le barricate a provvedimenti di questo tipo. Sembra il periodo nel quale gettando fumo negli occhi (reddito di cittadinanza e quota 100 ndr) dei cittadini, i potenti al governo possano procedere in qualsivoglia azione senza che nessuno possa dire nulla.
Appoggio pienamente, pertanto, tutte le iniziative che vorrà intraprendere il presidente della Regione Siciliana, on.Nello Musumeci, a tutela del nostro Statuto e concordo in toto con la sua linea ovvero sulla richiesta al premier Giuseppe Conte di procedere alla convocazione di tutte le Regioni italiane per affrontare tale tematica di rilevante importanza per il futuro del Sud in Consiglio dei Ministri”. Lo afferma l’on. Carmelo Pullara, presidente del gruppo parlamentare Popolari e Autonomisti Idea Sicilia all’Assemblea Regionale Siciliana.