Più che un invito quelle parole, dette con forza e oserei dire con rabbia, risuonavano come un comando. Un ordine perentorio a scrivere in maniera chiara, dura e forte, che corrispondesse al tono di voce piuttosto alto e sonante, e che faccia capire il loro sdegno per quella situazione insostenibile e per la quale non riescono (gli incapaci) a trovare soluzione.
L’oggetto, in questa occasione, di “Scriviticcilli quattru” sono le scale, o meglio la mancanza di scale nelle varie sezioni del Cimitero di Piana Traversa di Favara, che non permette di poter rendere omaggio ai propri defunti e depositare sulla loro tomba, quelle della parte alta naturalmente, un fiore. Vorremmo dire che proprio sull’argomento “scale” e sulle varie carenze presenti al Cimitero Piana Traversa di Favara abbiamo scritto decine di articoli, “fiumi di parole”, per dirla alla Jalisse, il duo (dimenticato) vincitore del Sanremo 1997. Ma se Fabio Ricci e Alessandra Drusian, appunto i Jalisse, sono caduti subito nel dimenticatoio, i nostri articoli non hanno trovato migliore fortuna in quanto non siamo riusciti nel nostro intento di far collocare le scale al Cimitero.
“Per noi non è mai mancato – dico alla signora che chiede di “sbriugnarli” – non ci siamo mai tirati indietro nello scrivere di situazioni “spiacevoli”, nel denunciare disservizi e comunque di fare il nostro scomodo lavoro di giornalista”. La signora annuisce e conferma di aver letto articoli, visto servizi e ascoltato anche discussioni in diretta. “Ma lei lo riscriva di nuovo lo stesso – mi dice – nel frattempo, per favore, mi aiuti a spostare nell’altra Sezione questa scala che non riesco neanche a smuoverla”. Confesso che anch’io ho difficoltà nel trasportare quella ferraglia dal posto dove si trova alla Sezione accanto. E’ pesante, le ruote non girano bene, la gomma di copertura del ruotino centrale è rotta, con l’aggravante che il pavimento in battuto di cemento non è certamente livellato. Provo a cercare un’altra scala.
Nelle quattro sezioni, che sono poi ben otto facciate di loculi, che sono sprovviste delle scale scorrevoli sui binari attaccati al muro delle sezioni, ci sono solo due scale. La prima è quella che vi abbiamo già descritto con la gomma della ruota rotta; la seconda, invece, non ha la terza ruota per cui per trasportarla bisogna alzarla di peso. “Mi spiace signora – le dico – è troppo pesante. Proviamo ad alzarla insieme e magari riusciamo a portarla vicino alla tomba del suo caro, così potrà depositare i fiori”. Ecco ci siamo riusciti! C’è voluta tanta fatica ma quella scala è arrivata a destinazione. Il problema sarà per la prossima signora che avrà bisogno di spostarla in un’altra Sezione.
Permetteteci una riflessione. Così come abbiamo alzato la scala insieme, il giornalista e la signora che protestava e mi incitava a scrivere, proviamo anche ad agire direttamente, ad evidenziare personalmente in Municipio e negli Uffici preposti tutti quei disservizi che riscontriamo quotidianamente. Non chiediamo agli altri, in questo caso al giornalista, di farlo per noi, aggiungendo magari, di non essere citati.
Se è un nostro diritto avere quel servizio che paghiamo profumatamente (non credo che ci sia bisogno di citare pulizia delle strade, raccolta rifiuti, servizio idrico) perché avere paura di protestate, di denunciare, di pretendere che sia fatto bene. Di chiederlo “di persona personalmente” come dice il buon Catarella al Commissario Salvo Montalbano. “Sbriugnamuli insieme”, se ce ne il bisogno, siamo cittadini che hanno diritto ad essere ben amministrati.