Un anno oggi Gessica, una giovane mamma, spariva nel nulla. Le indagini continuano ma fino adesso non sono riuscite a costruire la storia certa della fine fatta dalla donna.
Dopo un anno è davvero difficile essere ottimisti ed è assolutamente pensabile il peggio. E’ pensabile che non si saprà mai nulla, come è accaduto in passato per altri casi. Favara, dal canto suo, è rassegnata e lo è forse dal giorno dopo la sparizione. Il delitto si sarà consumato, siamo sul piano delle ipotesi, nell’ambiente della droga e della prostituzione che arruola i deboli, gli invisibili, li arruola e li fa vittime. Gli attori principali sono senza scrupolo, gente pericolosa che vive all’interno della società civile, che, a sua volta per essere troppo garantista, non riesce a liberarsene, entrano ed escono dalle patrie galere con la stessa facilità di entrare e uscire da un bar, mentre la stessa società civile sogna di rinchiuderli e di buttare le chiavi in un pozzo. Un discorso lungo sulla giustizia italiana per essere affrontato in questo articolo.
Oggi alle 18,30 sarà celebrata una santa messa nella parrocchia di SS. Pietro e Paolo per ricordare Gessica, non sono previste altre manifestazioni.
Chi manifesta tutti i giorni sono i figli e la mamma della donna scomparsa. Nonna e nipotini, bellissimi bambini curati e coperti di attenzione, che si incontrano spesso in piazza Cavour nella parte dove insistono i giochi pubblici. Sono la migliore testimonianza di Gessica e la più significativa condanna per ciò che la società civile non è riuscita ad assicurare loro. Sembrano dire che non si può condannare chi non ha avuto la possibilità di scelta. E non ha possibilità di scelta l’abbandonato. E anche in questo caso lasciamo perdere perché l’argomento è chiaro a tutti. Una sola considerazione: chissà quale destino avrebbe avuto Gessica se invece di interessarcene dopo la sua scomparsa, anche con costosissime indagini su un fenomeno che pur si conosceva, se si fosse intervenuto prima.
Ma, ripeto, non ha avuto scelta, ragione per la quale si farebbe bene a rispettarla almeno adesso senza arrivare alla facile conclusione che “se lo è cercato lei stessa”. Non ha cercato nulla se non di vivere la sua gioventù e il dono della bellezza, sogno che altri senza scrupolo, bestie senza un minimo di rispetto per l’essere umano, le hanno massacrato.
“Chi sa, parli” è rimasta l’unica speranza. Meglio sarebbe l’appello “riscattati bestia”.