E’ in corso l’iter per l’approvazione del nuovo Atto Aziendale, per la CGIL rappresenta una sfida per la sanità e l’ASP agrigentina, perché in presenza dei continui tagli, il nuovo Atto dovrà essere incentrato nel miglior modo possibile sulla realtà che dovrà indirizzare, esso dovrà tenere conto di tutti gli aspetti che influenzano l’erogazione dei servizi sanitari, epidemiologici, sulla densità e composizione della popolazione, sull’orografia, collegamenti, strutture presenti sul nostro territorio, aspetti economici, sociali, demografici.
Deve quindi accompagnare tutti gli attori del sistema, nel miglioramento continuo dei servizi erogati, nella razionalizzazione delle risorse, nella diffusione della cultura della salute e della prevenzione. A tal proposito la CGIL in collaborazione della funzione pubblica e del sindacato dei pensionati, con il coordinatore provinciale sanità Antonio Cutugno, ha elaborato un documento che ha inviato alla conferenza dei sindaci che si riunirà nei prossimi giorni per esprimere il proprio parere, invitandoli a fare propria la proposta.
L’obiettivo – dichiarano i rappresentanti sindacali Alfonso Buscemi, Enzo Iacono e Vincenzo Baldanza- è rafforzare l’integrazione ospedale – territorio elaborando un modello territoriale di integrazione socio sanitaria, che sviluppi i processi individuando criticità e migliorando le prestazioni dei Punti Unici di Accesso (PUA) già esistenti e standardizzati. Dare quindi, una risposta globale ai bisogni delle persone, sempre più complessi, interdipendenti e a genesi multifattoriale. Dotando anche gli ospedali di unità operative che siano in grado di rispondere ai bisogni di salute diversificando l’offerta sanitaria sui cinque presidi ospedalieri della provincia. Connettere con il triage, dei pronto soccorso, l’ambulatorio dei codici bianchi, sgravando così il carico di lavoro degli operatori ed evitando agli stessi utenti, le lunghe attese per la visita.
Deve essere chiaro altresì, concludono i segretari della CGIL che nel frattempo è urgente mettere fine al martorio a cui sono condannati i cittadini che oggi sono costretti a recarsi al pronto soccorso con una attesa, nei corridoi, di molte, troppe ore esponendo così tutti gli operatori sanitari, incolpevoli, che non riescono a fare fronte a tutte le richieste di assistenza, ad aggressioni continue. Se la nostra azione propositiva non dovesse avere alcun riscontro positivo nell’immediato, annunciamo sin d’ora la volontà di avviare una raccaolta di firme da destinare alla Regione”.