Il Consiglio comunale con all’ordine del giorno il documento di sfiducia dovrà essere convocato non prima di dieci giorni e non dopo un mese dalla data di presentazione, se approvato decreterà la decadenza oltre che del Sindaco e della sua Giunta anche dell’intero Consiglio comunale e la nomina di un commissario ad acta che amministrerà la città fino alle prossime elezioni.
La mozione di sfiducia alla sindaca di Favara Anna Alba, depositata presso l’Ufficio di presidenza, è stata firmata dai quattro consiglieri comunali del Gruppo Misto: Marilì Chiapparo, Rossana Castronovo, Sergio Caramazza e Vito Maglio; e da ben sette consiglieri del Movimento 5 Stelle, il partito della sindaca, che già da tempo si erano dissociati da Anna Alba: Carmelo Sanfratello, Massimo Liotta, Calogero Pirrera, Carmelo Costa, Danila Baio, Giusy Sciara e Giuseppe Sorce. Nomi storici del Movimento, “grillini” della prim’ora tra i quali è opportuno evidenziare la presenza di consiglieri molto vicini all’on. Giovanni Di Caro il quale, a dire il vero, ha preso le distanze dalla “sua” sindaca già da tempo, così come altri nomi importanti all’interno del Movimento 5 Stelle.
La mozione di sfiducia alcuni mesi fa era stata proposta dai consiglieri d’opposizione del Gruppo Misto, senza successo naturalmente, ma adesso assume un valore politico doppio poiché condivisa e rafforzata da metà dei consiglieri del Gruppo M5S e avallata dai vertici locali del Movimento. Come si legge nella mozione sono diversi i motivi che hanno spinto i pentastellati a firmare la mozione di sfiducia al proprio sindaco. “La mancata attuazione del programma elettorale proposto alla città; il mancato coinvolgimento dei consiglieri del Movimento nelle scelte politico-amministrative portate avanti dal Sindaco e dai suoi fedelissimi; la totale assenza di un confronto con la Città e con le parti sociali; la pessima gestione del servizio rifiuti e del servizio idrico; le “inopportune” nomine nelle società partecipate ed altro ancora”.
Nella lunga relazione a supporto delle motivazioni politiche e soprattutto amministrative che hanno portato alla presentazione della mozione di sfiducia al sindaco, vengono analizzati tutti i 10 punti del programma elettorale che Anna Alba, a loro dire, non ha saputo realizzare. “Nessun aumento della qualità dei servizi comunali, nessun reale investimento su settori specifici, nessuna definizione di progetti – si legge – ma solo il degrado in cui versa la città che non può essere sottaciuto per la completa incapacità di questa Amministrazione. Lo stato di abbandono in cui versa il nostro Comune è un dato di fatto incontrovertibile”.
Proprio in ragione di ciò i 4 consiglieri del Gruppo Mistio ed i 7 del M5S arrivano alla conclusione che l’unica strada da percorrere è la sfiducia al sindaco. “Il Consiglio Comunale non può ulteriormente assistere passivo, solo per tutelare egoisticamente la propria sopravvivenza, ad un così grave degrado senza farsi complice di una inaccettabile inerzia dell’Amministrazione, a tutto danno della comunità e dei cittadini – esplicitano nella Mozione – la città non può continuare a pagare le conseguenze di questa condotta cieca, sorda e stolta e che perseverare nell’errore equivarrebbe a infierire ancora di più su chi ne risulta vittima”.
Queste e le altre motivazioni inserite nella proposta di mozione di sfiducia basteranno a convincere gli altri colleghi consiglieri, che non hanno firmato la Mozione di sfiducia, a votarla? Se si escludono, a meno di improbabili ripensamenti, gli altri 7 consiglieri comunali rimasti fedeli ad Anna Alba ovvero il presidente del Consiglio Comunale Totò Di Naro, Selenia Failla, Carmelina Cusumano, Marianna Fallea, Leonardo Caramazza, Vincenzo Lentini e Giuseppe Bellavia, a chiudere il cerchio ci dovrebbero pensare gli altri consiglieri d’opposizione.
Proviamo a fare un’ipotesi su chi potrebbe votare o meno la sfiducia ad Anna Alba. Tonino Scalia da sempre è stato (così ci è parso di capire) “acerrimo nemico” di Anna Alba e company chiedendo più volte le loro dimissioni; Laura Mossuto ha dichiarato la sua opposizione in tutte le salse e in diverse occasioni ha usato anche toni molto forti; Salvatore Giudice non è stato da meno e sempre è parsa chiara la sua opposizione, proponendo, molto spesso in prima persona, azioni volte a contrastare la giunta pentastellata; Giuseppe Nobile anche se non è stato sempre attivo nella sua opposizione, in più occasioni non ha fatto mancare il suo apporto al Gruppo Misto al quale apparteneva. Per completare l’ipotesi sulla posizione dei 24 consiglieri mancano Salvatore Fanara e Gero Castronovo e, sincerità per sincerità, per come hanno espletato il loro mandato di consiglieri comunali “d’opposizione” non crediamo che possano votare la sfiducia ad Anna Alba. Ma in politica sia sa che non possiamo dare niente per scontato, ne abbiamo avuto prova con la costituzione del Governo nazionale.