Come tutti, pretendo dalla politica la serietà degli attori protagonisti. E la serietà prende, maggiormente, visibilità nel rispetto e nel mantenimento dei “proclami”.
Ora, all’interno dell’aula Falcone Borsellino alcuni consiglieri dell’opposizione, più di ogni altro loro collega, non hanno dato tregua all’amministrazione sulla quale hanno detto tutto il male possibile ed immaginabile. Un buon numero di questi acerrimi oppositori dell’amministrazione Alba non ha firmato il documento di sfiducia.
Ovviamente ciò può significare tutto e il suo contrario, dovendo l’atto essere votato in Consiglio e può essere approvato anche dai non firmatari. E scontato apparirebbe il voto favorevole di chi ha definito una vera e propria sventura per la città l’attuale guida politica.
Le scuse e le giustificazione qualora i “paladini” di sempre contro Alba votassero contro la fine di questa esperienza valgono zero. O mentivano prima o mentono adesso o recitavano la parte dell’oppositore per altri non conosciuti, almeno al momento, motivi.
Fuori dal Palazzo, i cittadini sono disillusi, non credono che la sfiducia sarà approvata pur in presenza dei numeri che fanno, della proposta presentata oggi, il documento più credibile della storia politica di Favara. Eppure, dicevo, non ci credono perché sono stati abituati al peggio del peggio. I cittadini saranno smentiti dalla linearità nei comportamenti della restante parte dell’opposizione non firmataria? Magari! Sarebbe una grande iniezione di fiducia verso la politica. La gente dirà “lo dicono da anni, adesso lo hanno fatto” invece di dire “tu diciva iu!”
I sette firmatari del M5s e i quattro del gruppo misto avranno, certamente, fatto le loro opportune valutazioni prima di procedere. E prima delle valutazioni hanno manifestato il loro dissenso nell’aula consiliare, allo stesso modo di chi oggi non propone la sfiducia. Ci vogliono pensare o hanno già deciso?
Può essere che stiano valutando sul meno peggio che potrebbe essere Anna Alba rispetto all’arrivo di un commissario. Perché allora non ci hanno pensato prima, durante questi lunghi tre anni? Perché hanno detto una cosa, rispetto a farne una assolutamente diversa oggi, alla resa dei conti?
Personalmente, non sono innamorato della sfiducia o della fiducia, ma dell’esempio dei politici, figlio del loro comportamento. Mi piacerebbe ascoltare la gente dire un gran bene sulle loro correttezza in modo da scoraggiare in futuro candidature di mediocri che condannano la città al peggiore destino.
Uomini e donne tutti di un pezzo, che vanno dritti in favore della collettività. Non è utopia, perché accade in molte realtà, quelle definite virtuose, dove il costo della spazzatura si abbassa invece di aumentare, le città sono decorose, la pressione fiscale è contenuta perché tutti pagano le tasse, il territorio è controllato. Dove molti sono i traguardi raggiunti con l’affidabilità. I cittadini si fidano dei loro politici e li collaborano. Viceversa quando manca la stima tutto va in malora.
Risparmiateci il cabaret, ci siamo abituati alle cartelle pazze, ai disservizi e persino alla sporcizia, allontanateci lo spettacolo cabarettistico.