SPA pubblica con capitali privati? No grazie, acqua pubblica, azienda di diritto pubblico, finanziamento pubblico.
La preferenza verso la costituzione di una Azienda speciale consortile come futuro gestore del servizio idrico nella provincia di Agrigento esce ulteriormente rafforzata, dopo il seminario di approfondimento organizzato giovedì scorso dal direttivo dell’ATI di Agrigento, che ha invitato il Prof. Calcedonio Li Pomi a delineare le differenze giuridiche ed amministrative tra Azienda speciale consortile e la SPA a capitale pubblico. Incontro al quale, purtroppo, non si sono presentati alcuni Comuni tra cui pesa l’assenza del Comune di Agrigento.
Il Prof. Li Pomi nella sua dotta ed efficace dissertazione ha confermato, come da tempo sosteniamo, che entrambe le forme di gestione hanno autonomia gestionale, imprenditoriale, finanziaria e giuridica, sono soggette all’obbligo dell’equilibrio economico-finanziario, al controllo analogo da parte dei consigli comunali, alle stesse norme in materia di assunzione del personale. Necessitano di un capitale di dotazione iniziale e di un solido piano-programma verificabile.
Le vere e più importanti differenze rimangono quindi quelle legate alla natura dichiaratamente pubblicista della Azienda speciale consortile, (un ente che ricade nel diritto pubblico e non in quello privato come la SPA potenzialmente scalabile dai privati), e della possibilità di una maggiore partecipazione e controllo democratico da parte dei cittadini e dei lavoratori; elementi questi che sono decisivi nella scelta che dovranno operare i Sindaci, se vogliono dimostrare coi fatti e non solo a parole di volere una gestione interamente pubblica e partecipata come hanno dichiarato.
Del resto il controllo analogo da parte dei consigli comunali, più volte evocato ieri dal Prof. Li Pomi come garanzia di trasparenza della SPA, era già previsto per la gestione di Girgenti Acque e sappiamo bene con quali risultati nei 12 anni di gestione.
Alle malversazioni ed illegalità riscontrate dalla stessa Procura che ha commissariato Girgenti Acque per la presenza di un sistema di interessi e di pressioni che non crediamo possano essersi già dissolti sul territorio ma che supponiamo siano ancora ben presenti ed operanti, occorre rispondere in maniera inequivocabile.
Per questo ribadiamo oggi con maggiore convinzione che solo la vocazione pubblica che è garantita dall’Azienda speciale consortile, ed una gestione partecipativa della stessa, possono garantire i cittadini nel soddisfacimento di un diritto umano fondamentale ed inalienabile e nella possibilità di una gestione
trasparente, efficace, efficiente ed economica.
Nella bozza di statuto per la SPA restano poco chiari gli strumenti finanziari di accesso al credito e le obbligazioni connesse. Per il Forum sarebbe bene escludere la possibilità di mettersi in mano alle banche private. Crediamo che a finanziare il SII debba essere un via prioritaria Cassa Depositi e Prestiti, nata appunto per finanziare i Comuni. Ricordiamo che l’Assessore all’energia e servizi di pubblica utilità Dott. Pierobon dietro nostra sollecitazione ha dichiarato di non avere preferenza per l’una o l’altra forma di gestione la cui scelta resta in capo ai Sindaci e che sta organizzando un incontro sulla governance del SII con Anci Sicilia ed il ministero dell’ambiente in attuazione della l.r.19/15 che ricordiamo ha una chiara vocazione pubblicista. Sarebbe una buona occasione per avviare una interlocuzione anche sul sistema di finanziamento pubblico del nuovo soggetto gestore pubblico.
Il Forum siciliano dei movimenti per l’Acqua ed i Beni Comuni con tutti i comitati presenti all’incontro lo hanno ribadito con chiarezza, la responsabilità della scelta della sulla forma di gestione prima che tecnica è innanzitutto politica.
Si scrive Acqua, si legge Democrazia, a questa sono chiamati a rispondere i Sindaci per conto delle loro comunità.