La procedura per l’individuazione di un soggetto espletante l’attività di Esco “Energy Service Company” per l’affidamento della gestione dei servizi energetici e con cui implementare progetti e servizi energetici-ambientali, era iniziata nel 2011 con l’attivazione di una Procedura aperta che si era conclusa nel 2012 con l’approvazione del verbale di gara. Nel gennaio del 2013 la deliberazione dirigenziale che esprimeva il parere favorevole alla società “Alaimo costruzioni” che diventava quinti soggetto espletande l’attività di servizi energetici con un contratto della durata di 20 anni che veniva stipulato nell’aprile del 2014.
Inizia per la città di Favara una nuova era in campo energetico in quanto la presenza dell’Esco voleva dire partecipare ai bandi per implementare i progetti energetici ambientali, la gestione dei servizi energetici e naturalmente anche l’installazione negli immobili comunali di sistemi innovativi di energie alternative. Avere per partner l‘Esco Alaimo costruzioni ha significato per Favara anche la riapertura della piscina comunale in quanto l’alimentazione per il riscaldamento dell’acqua e per tutto il fabbisogno energetico della piscina avveniva appunto con energia alternativa, a basso costo. Ma l’idillio è durato poco.
L’apertura al pubblico della piscina era avvenuta nel maggio del 2017 e la piscina era stata fruita fino al giugno del 2018, poi la mancata riapertura e l’inizio dello scontro. La Alaimo costruzioni che accusa l’Amministrazione comunale di inadempienze contrattuali, di mancati pagamenti di fatture e di altro. Di contro il Comune sollecita in più occasioni la Alaimo costruzioni a riaprire la piscina e ad adempiere a questo e ad altri obblighi contrattuali disattesi. Inizia una guerra di carte bollate e anche di ricorsi in Tribunale e davanti al Tar con il conseguente blocco delle attività e la chiusura della piscina.
Adesso la decisione del Capo dell’Ufficio tecnico comunale edirigente della P. O. 4, ingegniere Alberto Avenia, che con propria Determinazione, la numero 271 del 13 settembre 2019, decreta la risoluzione in danno del contratto del Comune con la Esco Alaimo costruzioni. Queste le contestazioni che il Comune evidenzia: “la Esco Alaimo costruzioni da diversi mesi ha sospeso l’attività di cui al contratto in maniera del tutto arbitraria e unilaterale, non rispettando le clausole contrattuali, non consentendo all’Amministrazione comunale il raggiungimento degli obiettivi fissati.
Nel particolare l’impianto natatorio della piscina comunale di Contrada Pioppo è stato chiuso in maniera arbitraria e con decisione unilaterale e non ha consentito la sua riapertura dal settembre del 2018 a tutt’oggi, essendo ancora chiusa”. L’Esco è accusata anche “della mancata ripresa degli interventi di efficientamento energetico sul patrimonio edilizio comunale che erano previsti dal contratto”. Mancanze che per l’Amministrazione comunale rappresentano un grave comportamento, censurabile ai fini della risoluzione contrattuale con grave danno economico all’Ente per il mancato raggiungimento degli obiettivi contrattuali “impedendo di fatto anche il raggiungimento degli obiettivi del P. A. E. S., Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile, del comune di FAVARA”.
Ma c’è di più, secondo quanto scritto nella determina dirigenziale di risoluzione del contratto “la Esco Alaimo costruzioni non risulta più in possesso di alcuni requisiti previsti dal contratto e non risulta anche in regola con imposte e tasse da versare, da qui i mancati pagamenti delle fatture i cui mandati sono stati bloccati a seguito di segnalazione da parte dell’Agenzia delel Entrate; ed inoltre non sarebbe in possesso della certificazione Soa“.
Tutte cose che hanno fatto decidere l’ingegnere Alberto Avenia per la risoluzione del contratto di appalto in danno ovvero con richiesta anche di risarcimento dei danni subiti dal Comune che procederà anche all’incameramento della cauzione a suo tempo accesa dalla Alaimo costruzioni. Argomentazioni saranno approfondite oggi alle ore 11 dalla sindaca di Favara Anna Alba che ha convocato una conferenza stampa proprio all’interno della piscina che è chiusa da oltre un anno. Sarà importante sentire oltre che appunto le motivazioni che hanno portato alla risoluzione del contratto, anche e quali, se ci sono, le intenzioni che saranno adottare per far riaprire la piscina,senza dimenticare il Palazzo dello sport abbandonato che è diventato centro di raccolta rifiuti.