Giuseppe Maurizio Piscopo
Incontriamo Marco Maria Correnti un giovane regista palermitano che ha una particolare predilezione per il cinema e per il teatro. L’occasione di intraprendere la carriera cinematografica si presenta nel 2003, quando entra a far parte del cast del film “Miracolo a Palermo”, diretto dal maestro nisseno Beppe Cino, lavorando accanto ad attori quali Vincent Schiavelli, Luigi Maria Burruano, Maria Grazia Cucinotta, Tony Sperandeo.
Nel 2006 viene riconvocato da Beppe Cino per il film “Maria Venera, con Olivia Magnani. Dopo queste due esperienze, intensifica gli studi di recitazione, lavorando al teatro, tra cui anche al teatro Massimo di Palermo, fino all’esordio come regista teatrale al teatro Savio di Palermo. Lavora poi come attore alla RAI per la soap-opera, Agrodolce. Nel 2009, recita nel cortometraggio “Rita” di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, prodotto da Massimo Cristaldi. Il corto, presentato al festival di Cannes, si è aggiudicato diversi premi internazionali tra i più prestigiosi al mondo, divenendo il Corto italiano più premiato al mondo del 2010.
L’anno successivo contemporaneamente agli studi universitari, vince il concorso come allievo regista, per la scuola di cinema L.U.M Michele Mancini, diplomandosi in regia e direzione del doppiaggio e firmando il lungometraggio di diploma dal titolo “B-alarm”. Viene convocato poi dal suo maestro di Regia, Giuseppe Gigliorosso, come assistente alla regia e operatore alla macchina per il film “Ore diciotto in punto”. Nel 2012 scrive e dirige il cortometraggio “Insane”.
Continua a lavorare dirigendo videoclip musicali, cortometraggi e film. In diverse occasioni ha preso parte in qualità di giudice a concorsi nazionali fotografici o di cortometraggi. È dottore in DAMS (Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo)e Dottore Magistrale in Teatro,Cinema e Spettacolo Multimediale. Attivo anche sulle piattaforme web, è stato regista del duo comico “I Soldi Spicci” ed è attualmente impegnato nella regia dei video e dei corti-web de I Sansoni.
L’ultimo corto da lui diretto e prodotto dalla Tramp Limited di Ficarra e Picone dal titolo “Processo a Chinnici”, ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti in tutta Italia, tra cui al Giffoni Film Festival, nel quale è stato conferito un riconoscimento speciale alla regia e al Festival dei Tulipani di Seta Nera di Roma nel quale si è aggiudicato il premio “Sorriso diverso” alla regia.
Che cos’è per te il cinema?
Credo che rappresenti il contenitore di tutte le pulsioni umane, soprattutto quelle che spesso, per diversi motivi, restano inespresse nel mondo reale. Una porta su un mondo che segna il confine tra lo spazio del reale e quello dell’immaginario. Per me è la vita che prende forma all’interno di una realtà che, rispetto alla realtà fenomenica, può essere plasmata, modificata, migliorata.
Quando è entrato il cinema nella tua vita?
Non c’è stato un momento preciso. Per quanto possano andare indietro i miei ricordi, il cinema c’è sempre stato. Già all’età di 7-8 anni, iniziai a vedere film di un certo spessore. Ricordo, che mentre i miei amichetti vedevano i cartoni animati, io vedevo i 400 colpi, C’era una volta in America, accedendo alla collezione di videocassette di famiglia. Ricordo che salivo su una sedia per prendere le video cassette dalla vetrina del salotto.
Il cinema è un mezzo molto potente, dove sta la sua forza?
La forza del cinema sta proprio nella sua immediatezza. Anche i film più complessi riescono in qualche modo ad entrare nei cuori e nelle menti delle persone. La potenza dell’immagine in movimento, la capacità di creare mondi che, per quanto fantastici, restano comunque ancorati ad una sorta di immaginario comune, fanno si che il cinema acquisisca una forza impressionante.
Ricordi il primo film che hai visto?
No… Non ricordo un film preciso. Ho molti bei ricordi però con film come il corvo, Miss Doubtfire, credo siano stati tra i primi che vidi appunto all’età di 7 o 8 anni.
Qual è il primo libro che hai letto?
Il primo libro “vero” che ho letto mi pare sia stato “Io non ho paura” di Niccolò Ammaniti. Ce lo fece leggere la prof di italiano in prima o in seconda media.
Qual è lo stato di salute del cinema italiano oggi?
Credo che oggi il cinema italiano stia attraversando una discreta fase di crescita. Ci sono molti giovani Autori e registi brillanti che stanno, pian piano, scalando al vetta. Sono molto fiducioso per il futuro del nostro cinema.
Hai ricevuto molti premi anche se giovanissimo: al Giffoni film Festival per il corto processo a Chinnici, al Tulipani di seta nera, hai ricevuto il premio Rocco Chinnici. Cosa provi quando ti danno un premio?
Di norma, quando ricevo un premio, piango sempre. È come se arrivasse la conferma che, il lavoro che hai fatto, è un buon lavoro. Cosa può esserci di più emozionante? Detto ciò il premio, secondo me, è secondario…L’importante è creare qualcosa che abbia un valore per te e per chi la guarda.
Quali sono i tuoi registi di riferimento?
Amo tutto il cinema. Sicuramente Hitchcock, Leone, Tarantino, Scorsese e Kubrick sono i registi che amo di più.
Cosa pensi dei registi del neorealismo: Rossellini, De Sica, Visconti?
Qualunque cosa possa dire su i maestri del neorealismo risulterebbe essere riduttiva. Credo abbiano raccontato uno spaccato di storia in un modo unico…Tutti i film venuti dopo hanno dentro, sempre e comunque, qualcosa che appartiene al linguaggio che loro hanno creato e che ha reso il cinema italiano famoso in tutto il mondo.
La musica ed il cinema alcune volte vivono un contrasto forte, altre volte si sposano perfettamente. Qual è la tua opinione?
La musica è la componente principale di un film. Ricordiamoci, che lo spettatore, va via dalla sala cinematografica accompagnato appunto dalla musica. Senza la musica, qualunque racconto perderebbe quasi tutto il suo potenziale e il suo significato.
Il cinema è luce, fotografia, contrasto, trovate originali. Il cinema è la vita o uno sguardo sul mondo?
Il cinema è uno sguardo sulla vita che si riflette sullo schermo e che si modifica attraverso la visione di chi racconta. La difficoltà è rendere quella visione universale.
Leggendo la tua biografia oltre ad essere un regista, sei un attore ce ha recitato nel film di Beppe Cino Miracolo a Palermo. Mi puoi parlare di questa esperienza?
È stata la mia primissima esperienza. Ringrazierò per sempre il maestro Beppe Cino per avermi dato questa opportunità. Avevo 13 anni e da quel momento ho capito esattamente che non avrei mai abbandonato la macchina da presa.
Come nasce un film?
Nasce dall’esigenza spasmodica di raccontare qualcosa. Quell’esigenza che è talmente forte da trasformarsi in visione.
Come nascono le tue storie?
Di norma cerco sempre di affidarmi a degli Autori…Amo scrivere, ma penso che la vera forza della scrittura di una storia per il cinema sia il confronto tra più persone che, in un determinato momento, hanno una visione comune. Quindi cerco di non scrivere mai da solo. Si rischia di affezionarsi troppo a delle sfumature che poi non sono essenziali ai fini del racconto.
Qual è il film del 2019 che ti senti di consigliare al pubblico?
Senza ombra di dubbio Joker. Un viaggio introspettivo all’interno dell’animo umano. Non è solo un film per appassionati di cinecomic. Anzi, secondo me, non è proprio un cinecomic.
La tv non dovrebbe trasmettere i film, tagliati spesse volte dalla pubblicità di un prodotto.
Lo scempio che la TV fa dei film è inaccettabile. Per fortuna, oggi, ci sono modi alternativi per non vedere i film sulle reti nazionali.
Ti piace l’idea del film Dossier con l’introduzione e il dibattito che inizia già sui titoli di coda?
Credo sia un ottimo modo per approcciarsi ad un film. È fondamentale farsi delle domande durante la visione di un prodotto audiovisivo ed è fondamentale trovare delle risposte.
Hai mai sognato di trasferirti in America?
Solo per fare un’esperienza nuova. Ma trasferirmi definitivamente mai. Amo la mia terra. Sono nato qui e voglio morire qui.
Hai mai lavorato con gli scrittori siciliani?
Ultimamente ho collaborato con lo scrittore e sceneggiatore Paolo Pintacuda che insieme agli autori Ignazio Rosato e Roberto Anelli ha scritto il mio ultimo cortometraggio.
Che tipo di difficoltà incontri nel tuo lavoro?
È un lavoro come un altro. La differenza è che sul set, non puoi dare nulla per scontato. Si presentano problemi continuamente. problemi di qualunque natura. Se non sei pronto a risolverli, ti sovrastano. Il regista deve sempre avere il controllo della situazione. Come mi insegnò Valentino Picone: “Quando, sul set, tutti gli altri si confondono e corrono Tu rallenta”.
Com’ è impostato il tuo rapporto con gli attori?
Ho appena finito di girare un cortometraggio prodotto dalla Tramp Ltd. Di Ficarra e Picone. È il secondo che mi producono dopo Processo a Chinnici. Si intitolerà “Chilometro 32” ed è stato scritto, come dicevo, da Paolo Pintacuda, Ignazio Rosato e Roberto Anelli. La fotografia è di Fulvio Bellanca. Attualmente siamo in fase di Montaggio.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Nel mio lavoro il futuro è ogni giorno. Si ha sempre la sensazione di dover fare qualcosa, anche quando si è liberi. Continuerò a raccontare storie fino a quando ne avrò la possibilità.
Le foto sono di Francesco Marotta.