Annalisa Bennardo
Si sono concluse questa sera le tre Giornate Eucaristiche tenutesi nella Parrocchia San Giuseppe Artigiano nei giorni 7, 8 e 9 e rivolte a tutta la comunità di Favara.
Tre giornate intense di preghiera e riflessione guidate da don Ernesto Piraino, sacerdote e missionario dell’Eucaristia, che ha voluto condividere la propria esperienza di vita e di fede nutrite dalla preghiera di Adorazione Eucaristica.
Diversi gli appuntamenti attraverso i quali si è svolto questo breve, ma ricco itinerario che ha fatto perno attorno a due elementi essenziali: la chiamata alla santità battesimale e la carità, ossia l’amore verso i fratelli come strumento ineludibile per realizzare quella santità offerta a tutti. Parole e concetti che potrebbero apparire troppo astratti o riservati a pochi eletti se non fossero stati calati da padre Ernesto nella concretezza di esempi di vita vissuta, a partire dalla propria.
Tra i tanti momenti, infatti, particolarmente toccanti, oltre che partecipati, l’Adorazione comunitaria del venerdì sera, rivolta alle famiglie e ai giovani ai quali il sacerdote ha voluto riservare il racconto della propria vita e della sua trasformazione attraverso le tappe e le prove che l’hanno spinta in una direzione diversa da quella inizialmente progettata: ed ecco il suo racconto delle inconsapevoli profezie di chi, in tempi non sospetti, aveva già visto in lui, poliziotto in carriera e fidanzato, il futuro sacerdote; il discreto, ma crescente richiamo verso una preghiera personale sempre più intima; l’attrazione verso studi totalmente differenti da quelli iniziati; e poi gli occasionali soggiorni in seminario, che diventavano canali attraverso i quali si faceva sentire, finalmente più forte, la vera chiamata, quella ad una vita interamente donata. La storia di un incontro con un Dio che chiama e che, una volta aperta una breccia nel cuore, non può che trasformare, o meglio trasfigurare, l’esistenza imprimendole senso e significato.
Da quell’abbandono fiducioso in una notte di preghiera comincia una nuova vita, il suo “eccomi” alla vocazione sacerdotale, una nuova forma di servizio e una missione che padre Ernesto vive con una gioia e una serenità che traspaiono dai suoi occhi prima ancora che dal suo sorriso.
E non si è risparmiato un attimo in questi tre giorni, svolgendo le catechesi e guidando le adorazioni, ascoltando pazientemente e confessando tantissime persone e non negando a nessuno un minuto di attenzione.
Dopo la notte del venerdì, trascorsa in preghiera silenziosa e raccolta nella cappella dell’Adorazione, si è arrivati infine alla giornata conclusiva di oggi, con i momenti forti di formazione rivolta agli adoratori, la preghiera e la messa finale, nei quali è risuonato ancora, forte e insistente, l’invito a rispondere qui e ora alla chiamata ad amare i fratelli con lo stesso amore con cui li ama il Signore, un amore incondizionato per incamminarsi verso una santità fatta di piccoli passi, piccoli gesti di amore quotidiano.