Gli americani ci liberarono dai tedeschi e dalla follia nazifascista, i partiti politici ci liberarono dalla schiavitù attraverso la lotta del proletariato, nel nostro territorio con l’occupazione dei latifondi e l’estremo sacrificio di politici eroi. A Favara, il primo sindaco eletto dal popolo, Gaetano Guarino, pagò con la vita la sua rettitudine e il suo credo nel socialismo.
C’erano i partiti politici che mettevano insieme uomini e donne con lo stesso ideale che è di per se già un programma in favore della collettività ed è, nello stesso tempo, il luogo di dibattito e di scelta democratica di soluzioni che seguono dopo una attenta e partecipata analisi delle problematiche.
Oggi, nella stragrande maggioranza di casi, ci sono i leader e non c’è più la base. Il capo decide per tutti, mentre a livello locale c’è il vuoto più assoluto. Gli eletti rappresentanti del popolo devono solo dare conto e ragione ai parenti e agli amici che li hanno votati. E ad ogni elezione, il quadro peggiora e più avanti si va nel tempo maggiore si fa la distanza tra il popolo e i suoi eletti.
C’è chi come il professore Biagio Lentini tiene accesa la fiammella dei partiti, quelli veri, quelli che hanno un ideale.
Nostalgici? Sinceramente lo pensavo ed escludevo qualsiasi possibilità di una rinascita della politica del passato, della quale si è detto un gran male, a volte a ragione. Clientelismo, denaro pubblico finito nelle tasche dei peggiori ladri e l’elenco è lungo. Resta il forte dubbio di avere buttato l’acqua sporca insieme al bambino. Abbiamo buttato i sani ideali insieme ai ladri e ai disonesti che si sono infiltrati nei partiti politi. Lupi vestiti da agnelli. Abbiamo distrutto tutto e ce ne siamo compiaciuti.
Il mio personale compiacimento è stato messo in discussione dal dibattito organizzato per il decennale della scomparsa di Filippo Lentini, quando, dopo una lunga astinenza, mi sono deliziato ad ascoltare gli interventi degli onorevoli Salvo Andò, Turi Lombardo e del professore Giacomo Mulè.
Interventi di vera politica, sicuramente quelli che avrebbe voluto ascoltare Filippo Lentini, che hanno avuto come principale argomento il popolo pur raccontando il compianto onorevole Lentini, che amava dibattere sui problemi e sulle soluzioni.
Analisi, a volte, terribili che, quasi nessuno, oggi ha il coraggio di fare pubblicamente.
Ne cito una terribile e coraggiosa di Filippo Lentini che lascio senza commenti. Ecco cosa scrisse in una sua relazione datata 4 luglio 1992, oggi attualissima.
“Non vi nascondo che sono rimasto fortemente sorpreso perché ho constato, ad un tempo, eguale interesse dei cittadini a volere la rinascita del paese, con la soluzione, che è possibile, dei vecchi e nuovi problemi, acqua, assetto viario, metanizzazione ecc. e l’esistenza di una struttura impiegatizia e burocratica apatica ed indifferente o peggio ancora protesa a determinare fatti e fenomeni di arretramento civile e di involuzione amministrativa, che potessero consentire il più sfacciato clientelismo, che garantissero interessi più o meno dichiarati, piccoli o grandi che fossero, purché proiettassero nel tempo il mantenimento di certo duraturo potere in contrasto con quanto il paese vero, il paese reale vuole e richiede alla classe politica responsabile”.
Dovremmo iniziare a riconsiderare il passato.