Gaetano Scorsone
GRANDE PARTECIPAZIONE AL CONVEGNO SULL’IMPATTO DEI SOCIAL NETWORK SULLE FAMIGLIE.
Nella sala Padre Pino Puglisi della Chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Favara, questa sera, alle ore 16.30, si è tenuto l’incontro dibattito promosso dall’Area Mamre del C.P.C. dal titolo: Famiglie connesse o sconnesse? Ad accogliere i numerosissimi partecipanti don Marco Damanti, sacerdote della Parrocchia ospite, don Michele Termine, Guida Spirituale dell’Area Mamre del Consiglio Pastorale Cittadino, i coniugi Rosetta e Nuccio Nina, coordinatori dell’Area organizzatrice. Dopo i saluti di benvenuto offerti da don Marco si è entrati subito nel vivo dell’Incontro con l’articolato ed estremamente dinamico intervento del Prof. Francesco Pira, Docente di Teorie e Tecniche del Linguaggio Giornalistico, Comunicazione Istituzionale, Giornalismo Digitale e Comunicazione Integrata dell’Università di Messina, il quale, utilizzando slide e filmati, ha praticamente messo KO le famiglie nel match di confronto con i social network. In una realtà che vede una crescita quasi esponenziale dell’utilizzo dei cosiddetti social vecchi e nuovi, corrisponde una progressiva perdita di autorevolezza educativa da parte degli adulti, secondo un percorso sociale che porta ad un futuro fatto sempre più di connessione a scapito della relazione propriamente detta e intesa.
E se gli adulti soffrono questa nuova frenetica interazione fra tempo, spazio e relazione, i giovani, per contro, non sono adeguatamente educati alle emozioni soffrendo la mancanza di adeguati stimoli capaci di rafforzare la loro sensibilità emotiva. Il passaggio dall’analogico al digitale ha comportato tutta una serie di cambiamenti proiettando impreparati individui da una realtà fatta di concrete esperienze ad una iperealtà fatta di conoscenze e sensazioni virtuali. Tra Fake news, TikTok, App, selfie, challenge, haters, oggi si assiste alla frantumazione di una società sempre più spinta alla spasmodica ricerca di un like e quanto mai distratta sui rischi che tutto ciò comporta sull’integrità morale e fisica delle persone che, così, si trasformano in identità iperfluide ed estremamente iperfragili. Occorre prendere coscienza di tutto ciò in tempi rapidi per poter ritornare ad appropriarsi delle trascurate responsabilità al fine risanare il malconcio sistema educativo attraverso delle auspicabili regole di equilibrio e di buon senso.
E perché la cura sia efficace è necessario che a somministrarla siano diversi soggetti: Famiglie, Istituzioni, Chiesa, Associazioni, Scuola secondo un piano d’azione capace di recuperare, fra le tante altre cose, non solo l’autorevolezza ma anche la cosiddetta pedagogia istituzionale che porti ognuno ad avere ben chiaro e a riconoscere il dovuto rispetto ad ogni persona e al ruolo rivestito. E’ una partita aperta che possiamo ancora vincere . . . sta a noi riprendere in mano il nostro presente e ritornare a costruire un più equilibrato e reale futuro. E in questa sfida aperta non dimentichiamo le potenzialità che portiamo dentro come cristiani; a ricordarcele è intervenuto, infine, don Mimmo Zambito, Giudice del Tribunale Ecclesiastico che, con la sua efficace e delicata catechesi, ci ha ricordato quanto abbiamo da imparare dal Paterno sguardo di Gesù. . . Tante mode si sono già succedute nella storia dell’umanità e tante conquiste hanno rivoluzionato la sua esistenza, ma le numerose e dolorose ferite sono state puntualmente ed efficacemente superate attraverso la contemplazione dello sguardo di nostro Signore che ci ha sempre aiutato ad aprire gli occhi per permetterci di ritornare a vedere, al di là di ogni cosa, di ogni distrazione, quanto valga l’essere umano. E se il Battesimo e i Sacramenti in generale ci abilitano come credenti e come cristiani, come tali dobbiamo rialzarci e riprendere in mano, con consapevoli responsabilità, le sorti della nostra esistenza per il bene di tutti.