“Sostenere la battaglia contro l’isolamento della nostra provincia Agrigentina, lo vedo più che come un fatto politico, come fatto empirico, obiettivo, reale!” cosi ha esordito il giovane Consigliere Comunale durante la seduta, convocata contemporaneamente nei comuni della provincia, sull’isolamento della Provincia di Agrigento. L’iniziativa nasce per dare seguito alla passeggiata dalla rotonda Giunone alla rotonda degli scrittori, approvando i Consigli Comunali un documento unitario.
”La nostra provincia- continua Malluzzo- così come certificato da numerose statistiche ed indici, risulta occupare gli ultimi posti in quasi tutti i settori e, in particolare, per ciò che concerne la viabilità, le infrastrutture, i collegamenti stradali ed autostradali, la durata dei cantieri autostradali, ma anche quello che viene definito lo sviluppo economico-sociale il quale è connesso a tutto ciò che ho testé citato.
Tutto ciò, lo si percepisce nella quotidianità: le tante difficoltà che si incontrano nel raggiungere non soltanto gli stessi comuni che si circoscrivono nel perimetro dei 43 comuni Agrigentini, ma, in modo particolare, gli aspetti deficitari si notano nel momento in cui ci si sposta al di fuori dei confini provinciali. Inimmaginabile, oltre che mortificante il fatto che per raggiungere il capoluogo Siciliano (Palermo) ci si debba impiegare 3 ore, se non di più; che tanti miei coetanei, studenti pendolari, debbano fare “i salti mortali” per adempiere ai propri doveri di studenti”. “Rivoltante il fatto che i lavori di ripristino delle autostrade, dei ponti, durino anni interminabili. E pensare, care colleghe e cari colleghi, che la nostra provincia è – culturalmente parlando – una delle più interessanti nel panorama europeo. Viviamo nel territorio della Valle dei Templi, di Empedocle, di Pirandello, di Sciascia, di Gaspare Ambrosini, di Rosa Balistreri e, potrei continuare all’infinito. Ma viviamo anche in una provincia in cui sussistono (obiettivamente) innumerevoli storture, contraddizioni, che ci rendono un territorio “depresso” tale da battere numerosi record negativi. Aggiungo: purtroppo!
Se da una parte è un dovere, dunque, sostenere manifestazioni del genere dall’altra parte ho paura. Si, paura del fatto che tutto ciò sia oggetto di possibile strumentalizzazione, di passerelle, da parte di quella politica che dovrebbe invece governare con concretezza, perché essa dovrebbe creare terreno fertile a quel percorso di valorizzazione territoriale; alla stessa spetta il compito di mettere in atto azioni, provvedimenti, che mirino a non ghettizzare i territori, perché è a loro che la nostra Costituzione demanda il compito di legiferare e di eliminare quello che i nostri padri costituenti definirono “ogni ostacolo economico”. Va preso atto che per gli uomini politici che ha “partorito” questa nostra terra e per i ruoli di vertice che, gli stessi, hanno ricoperto e ne cito uno per tutti, l’Avv. Angelino Alfano (Ministro di Grazia e Giustizia, Vice Presidente del Consiglio dei Ministri oltre che Ministro dell’Interno e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale), Girgenti (così come veniva definita in passato) oggi, dovrebbe essere uno dei territori più evoluti e più all’avanguardia di tutti gli altri. Invece, eccoci qui a manifestare per ribadire il NO all’isolamento. Che termine orripilante nel 2020, l’isolamento!
Questo, però, deve portarci ad una riflessione profonda e radicale (maggiormente a noi che abbiamo compiti di responsabilità) sul ruolo della politica oggi. Senza mezzi termini, bisogna prendere consapevolezza che i palazzi del potere, cari colleghi, stordiscono alla stregua di una grappa presa a digiuno e, sfido chiunque ad affermare il contrario.
Nell’avviarmi all’epilogo di questo mio intervento, mi pongo e vi pongo dei quesiti a tutti, nessuno escluso, tutti i presenti in questo luogo pubblico: chi sta volendo questo sottosviluppo?! Chi sta volendo questo – che io definisco – “isolamento doloso”?! Chi si arricchisce sulla lungaggine dei cantieri stradali?! Chi sta impedendo quella possibilità di rialzare la testa?! A chi sta giovando tutto questo?!!! Chi vuole impedire che un territorio possa elevarsi attraverso lo strumento della cultura?!!! Chi sta prosperando dinnanzi a questo malessere?!!! Chi?!!! Mi chiedo chiiiii?!!!Chiii?!!! Chi sta volendo questo forte “gap” per radicarsi, alla stregua di una piovra, sempre di più?!!! Chi vuole farsi “responsabile” di questa condanna sociale perpetua?!!! Chiii?!!! Chi e che cosa sta distruggendo il tessuto sociale ed economico di questa nostra martoriata città di Palma di Montechiaro?!!! Chiii?!!! E noi, in Sicilia, lo dovremmo sapere chi! Dovremmo sapere chi è l’autore principale di tutto questo! Questi sono i quesiti che mi pongo e che vi pongo! Chi?! Stasera, per piacere, rientrando a casa, guardiamoci tutti nello specchio e diamoci delle risposte schiette, reali, vere e dopo reagiamo di conseguenza alimentando le nostre coscienze, facciamolo! E sapete perché ve lo dico, così, ad alta voce? Perché fino a quando non ci sarà il senso civico, il senso del dovere e del rispetto, potranno passare anni, potranno passare i migliori sindaci di questo mondo in questa città, potranno esserci i migliori Presidenti del Consiglio dei Ministri, i migliori Presidenti di Regione, ma, soprattutto, se non saremo capaci di darci le risposte a quelle domande che vi ho posto e che mi sono posto senza alcuna viltà, dimostrandoci invero non inerti e fino a che non capiremo che il menefreghismo è il danno più grande e grosso che possiamo fare a noi stessi e agli altri, saremo tutti e dico tutti, destinati ad un fallimento senza redenzione, saremo tutti condannati a vivere in uno stato di malessere e di isolamento perenne; non ci sarà nessuna via d’uscita, cari uditori, né manifestazione che possa “salvarci” o causa esimente da ipotetiche corresponsabilità derivanti da i danni sociali. Nessuna.
Manifestare si, ma dobbiamo avere il coraggio di urlare, di essere soggetti liberi e autodeterminati, di abbassare la testa soltanto per allacciarci le scarpe, di opporci e di dire BASTA ad un sistema che va debellato con l’aiuto e la collaborazione di tutti stigmatizzando tecniche di isolamento.
Madre Teresa di Calcutta – oggi santa – diceva che «quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno.». Ecco, l’auspicio che vorrei lanciare stasera qui da questo scranno, “in primis” a me stesso,
a tutta la società di Palma di Montechiaro che mi onoro a servire e a tutta la comunità Agrigentina, è il seguente: che possiamo essere quella goccia capace di creare un grande “tsunami” nell’oceano delle coscienze, capace di sconquassare il sistema malato e contorto.
Solo così possiamo e potremo salvarci e lo dico non nel mio interesse ma, piuttosto, per chi verrà dopo di me; per quei bambini della nostra città, Palma di Montechiaro, per quei figli, inconsapevoli di una terra di una società sbagliata e disgraziata, affinché possano essere quello “squarcio” di luce in un territorio sempre più tenebroso, e affinché nel percorso delle loro vite possano avere: la determinazione dell’azione e non della rassegnazione; la bellezza della curiosità con la testa piena di interrogativi anziché di certezze e di immobilismo; affinché possano avere, sempre – e dico sempre – esempi di verità, di libertà e di giustizia, perché solo questi tre concetti possono edificare una società più forte e più giusta!” Conclude Salvatore Malluzzo.