“Mentre c’è chi pensa a “riparare” i nomi delle nuove vie di Favara, noi pensiamo a “riparare” il manto stradale di quelle vecchie”. Mai frase è stata così infelice, fuori luogo, inopportuna e offensiva nei confronti di chi ha lottato e sacrificato la propria vita anche per consentire a chi questa frase l’ha scritta di poter scrivere, parlare e pensare liberamente, ed anche di diventare sindaca.
Accostare i lavori di riparazione delle strade alla discussione sull’opportunità, per non dire sul dovere civico, di intitolare le nuove vie di Favara a Partigiani, Patrioti e Antifascisti favaresi è di uno squallore unico. Signora sindaca, nello scrivere questa frase sulla sua pagina facebook, lei ha offeso non solo i suoi concittadini Partigiani, Patrioti e Antifascisti ma con loro tutti quegli uomini e donne che hanno fatto la Resistenza, perdendo anche la loro vita per consentite a lei di diventare sindaca e riparare il manto stradale.
Faceva meglio a stare zitta. Così come non ha riscontrato la richiesta di rivisitazione dell’atto deliberativo formulata da Siciliaonpress; o come non ha risposto alla richiesta di incontro avanzata dall’ANPI e dall’ISR Marrone. Ha preferito, invece, postare quella squallida frase sulla sua pagina facebook. Frase che palesa “il suo alto senso civico, il suo spirito di appartenenza, la sua passione per i valori della Patria”, verso chi ha contribuito a far nascere questa grande nazione che è l’Italia. Con quella frase, Signora sindaca, ha soltanto confermato che lei non è più la prima cittadina e che non rappresenta più la citta di Favara ed i suoi cittadini, nonostante si vanti di avere 11.000 like. Farebbe bene a chiedere scusa e lasciare.