“Prima di intervenire sulla questione della denominazione delle vie cittadine di Favara ovest ho aspettato che la sindaca e la sua amministrazione si incontrassero con le associazioni che le avevano chiesto un incontro urgente. La sindaca, oltre a non rispondere, ha liquidato il fatto , in un post sulla sua pagina fb, scrivendo testualmente: “c’è chi pensa a riparare i nomi delle nuove vie di Favara, noi pensiamo a riparare il manto stradale di quelle vecchie”.
Paragonare, pretestuosamente e demagogicamente, due sfere diverse dell’attività amministrativa la dice lunga sulla sua volontà di discutere con le parti sociali.
Andiamo per gradi.
In qualità di proponente, insieme al compianto presidente dell’ANPI di Favara Gaetano Cusumano (prot. N. 41397 del l’8/10/2015), di una proposta di deliberazione di alcune arterie della città a partigiani e antifascisti favaresi mi corre il dovere morale e storico di palesare tutto il mio disappunto rispetto alla delibera del 6 febbraio 2020 avente come oggetto i provvedimenti in ordine alla toponomastica cittadina (“denominazione aree di circolazione”) a seguito della variazione dei confini territoriali con Agrigento.
Il citato verbale mi lascia perplesso sia sul modo che sul metodo di assegnazione delle varie arterie cittadine.
Mi spiego: delle 43 vie assegnate, figurano ben 11 intitolazioni dedicate a pittori, scultori, architetti e scrittori, altre 8 destinate a cantanti e cantautori che, con il dovuto rispetto, potevano, almeno per il momento, lasciare spazio alla valorizzazione di figure locali che hanno dato un indispensabile contributo per la libertà e per la democrazia.
Per fugare ogni dubbio, chi scrive, insieme al Professore Gaetano Cusumano, ha motivato questa proposta allegando le biografie dei personaggi suggeriti al fine di fornire tutti gli elementi utili alla commissione per valutare l’opportunità di tributari. Capisco che la nostra proposta, composta da ben 28 nominativi, difficilmente avrebbe potuto trovare spazio nella sua completezza in questo atto deliberativo ma, tuttavia, ritengo che si è persa una buona occasione per valorizzare alcuni nominativi, magari fra i “più meritevoli”, che potevano essere discussi con la locale sezione ANPI di Favara che, certamente, si sarebbe resa disponibile.
Purtroppo, questa amministrazione, ha sempre mostrato insensibilità verso questi temi ed ha dimostrato di non saper collaborare e dialogare con le parte sociali che, “a torto”, ritiene avverse a prescindere. Spiace constatare soprattutto il sedicente tentativo di accogliere positivamente la nostra proposta, a mò di premio di consolazione, deliberando una via denominata “Via dei partigiani” e una denominata “Vicolo dei confinati politici”. Questa onomastica avrebbe un senso logico solo se si aggiungesse la parola “favaresi”. Ad ogni modo, questa semplificazione, non renderebbe omaggio a nessuno e snaturerebbe l’oggetto della nostra richiesta del 2015. Tuttavia, tengo a precisare che riterrei largamente insufficiente anche questa eventualità perché fra i nominativi proposti ci sono diverse personalità (come partigiani, patrioti, medaglie d’oro per la Resistenza e confinati politici) che andrebbero valorizzati singolarmente in relazione al merito storico.
Sorge una considerazione amara e spontanea. Scorrendo fra le vie intitolate, ho notato la figura di un soldato della prima guerra mondiale, di un ex sindaco di Favara, di un prete di Cammarata, di un insegnante, di un campiere, tutte individualità di cui sarei curioso di conoscere le motivazioni che hanno spinto la Giunta Comunale e la Commissione ad avallarne l’intitolazione.
La sensazione è che si sono fatti “figli e figliastri” e che l’amministrazione e la commissione abbiano peccato di estrema superficialità sulla scelta dei nomi. Nonostante tutto, auspico che l’amministrazione revochi tale delibera e che tenga conto dei suoi figli migliori”.
Pasquale Cucchiara